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Mar Rosso e la "guerra ibrida" degli Houthi. Crosetto: "Attacchi terroristici"

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La crisi del Mar Rosso potrebbe avere serie ripercussioni sull'Occidente. Gli attacchi dei ribelli yemeniti Houthi alle navi stanno mettendo a repentaglio gli equilibri della navigazione e del commercio. I Paesi europei non sono rimasti a guardare. Ieri, "in attuazione del principio di auto difesa", la nave Duilio ha abbattuto un drone. A renderlo noto è stato il ministero della Difesa, spiegando che "il drone, dalle caratteristiche analoghe a quelli già usati in precedenti attentati, si trovava a circa 6 kilometri dalla nave italiana, in volo verso di essa". "Gli attacchi terroristici degli Houthi sono una grave violazione del diritto internazionale e un attentato alla sicurezza dei traffici marittimi da cui dipende la nostra economia. Sono parte di una guerra ibrida, che usa ogni possibilità, non solo militare, per danneggiare alcuni Paesi e agevolarne altri". Così si è espresso il ministro della Difesa Guido Crosetto in un’intervista al Corriere della Sera, in cui ha sottolineato che in questa situazione "è tempo di cambiare la nostra idea di difesa, dalle fondamenta".

 

 

L’Italia è a capo della missione contro gli Houthi nel Mar Rosso. "Non siamo lì per fare azioni di guerra, non possiamo per legge e Costituzione, ma difenderemo le nostre navi. Da cittadino sarei turbato se non ci fosse unanimità su una missione che difende i traffici marittimi nel Mediterraneo, che per noi sono vitali", ha sottolineato. Sulla tensione in Medio Oriente, il ministro ha evidenziato come "dal primo giorno abbiamo avuto sempre una posizione coerente: siamo stati i primi a portare aiuti umanitari e una posizione chiara sul futuro (due popoli e due Stati). Il massacro dei civili deve finire, lo ha detto Meloni a Netanyahu e io al mio omologo Gallant. Hamas va sradicata ma il popolo palestinese va protetto. Purtroppo però - ha spiegato - non siamo solo noi a decidere. Io mi scandalizzo per i morti civili delle bombe israeliane come per quelli causati dalle bombe di Putin. Altri invece fanno finta di non vedere le armi e i bombardamenti dei russi".

 

 

Meloni ha promesso a Zelensky un aiuto quasi incondizionato. Poteva, doveva? "Il presidente Meloni ha dato seguito a una decisione presa dal G7 dopo il vertice Nato di Vilnius: mantenere il sostegno all’Ucraina. Un accordo di principio, senza dettagli - prosegue - perché, a differenza di altri Paesi che li hanno già stabiliti, noi dovremo passare attraverso meccanismi di finanziamento, innanzitutto parlamentari". E "aiutare l’Ucraina a difendersi è uno dei modi per evitare l’allargamento della guerra. Se Kiev fosse caduta, la Russia sarebbe arrivata in Europa e ci sarebbe stata una reazione. Come giustamente ieri ha detto il Pentagono. Poi è chiaro che si deve lavorare per un tavolo di pace, ma senza mettere in discussione il principio che, ovunque, i confini sono sacri e il diritto internazionale va difeso. Vanno ripristinati paletti di convivenza civile e democratica". Ma l’Italia è solo un pezzetto di Nato o ha una sua autonomia? "Dovrebbe averla, anche perché in America cresce la voglia, lo dice Trump, di disimpegnarsi dall’aiuto a chi non si è mosso per costruire una difesa nazionale adeguata. Chiariamo: l’Italia (come la maggior parte delle nazioni) non può farcela a difendersi da sola. Bisogna coordinarsi con gli alleati, partendo dall’Europa", ha concluso Crosetto. 

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