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Terzo mandato, Vittorio Feltri lo difende così: "Nessuno può limitare gli elettori"

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Terzo mandato, dopo la bocciatura dell'emendamento della Lega per sindaci e governatori, il dibattito non si placa. Sul tema prende la parola anche Vittorio Feltri nel suo editoriale pubblicato su Il Giornale il 25 febbraio. Il direttore editoriale sottolinea la necessità di lasciare agli elettori tutti i loro diritti perché secondo la Costituzione "la sovranità appartiene al popolo". 

 

 

 

"Invito a osservare la vicenda dalla parte degli elettori - spiega feltri nel suo editoriale - Perché togliere loro il diritto di votare chi gli pare e piace? Li si crede così idioti e manipolabili da doverli mettere sotto tutela, evitando loro la tentazione di farsi comprare? Sono un arnese anziano. Ero rimasto al fatto che tocca al popolo scegliere chi deve rappresentarne gli interessi e guidare le istituzioni di cui dovrebbe essere padrone. E ho sempre pensato che nessuno può limitare il diritto degli elettori. Per cui se dai banchi di Camera e Senato si ergono tizi che sostengono la necessità di educare codesto popolo, costoro si impossessano di prerogative che non gli appartengono. Non mi pare affatto bello che si imponga un guinzaglio legislativo a chi deve poter scegliere liberamente chi è il migliore, o il meno peggio. Questo criterio, sancito dalla Costituzione con la celebre sentenza «la sovranità appartiene al popolo» (articolo 1, comma 2), è - anzi dovrebbe essere rafforzato quando si tratta di individuare il più idoneo a salvaguardare sicurezza e promuovere il benessere della comunità più vicina agli elettori. Democrazia di prossimità, si chiama. Il controllo sociale è più facile. Se verifico non una ma due volte che il tale è stato bravo a far funzionare i servizi pubblici e a decongestionare il traffico della mia città, o a migliorare la sanità e a sviluppare le infrastrutture della regione, perché mi dovrebbe essere impedito di rimettergli la fascia tricolore o reinsediarlo a governatore della Campania? Paura che il potere gli dia alla testa? E credendosi tanti Napoleone si mettano in testa da soli la corona di imperatore? Detta in altro modo: perché togliermi la soddisfazione, nel 2026 visto che voto a Milano, di mandare a casa Beppe Sala? Voglio che sia battuto, ma non per squalifica".

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