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Tajani traghetta Forza Italia nell'era post Berlusconi: "In Coppa senza Maradona"

Pietro De Leo
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Se esiste un posto per comprendere come i fenomeni politici si rigenerano allora occorre arrivare qui, al Palazzo dei Congressi di Roma. È la Forza Italia non certo post berlusconiana, ma che trasforma il berlusconismo in sostanza politica slegata dal corpo fisico del suo fondatore, dalle sue irruzioni mediatiche, dai suoi gesti. Silvio Berlusconi c’è, ovvio. È nei totem che lo raffigura, è nella gigantografia all’ingresso. È nella continuità, tra ieri e oggi. «Ti senti un po’ come un giocatore della squadra di Maradona che deve giocare la finale di Champions e però Maradona non c’è più», osserva il segretario nazionale Antonio Tajani. Edel Berlusconi-Maradona risuonano gli insegnamenti. Eccone uno: «Imbocca sempre a grande velocità la strada che tutti ti sconsigliano», ricorda Deborah Bergamini, tra i quattro candidati per la vicesegretaria (gli altri sono Alberto Cirio, Stefano Benigni, Roberto Occhiuto), per anni collaboratrice del fondatore azzurro. E, aggiunge, «oggi credere nella libertà è la strada più difficile ed è quella che stiamo percorrendo».

 

 

Già, la libertà. E i temi da rilanciare, con forza. Le tasse. Tajani, nella sua relazione, sottolinea: «Forza Italia è garante dell’impegno al contenimento della pressione fiscale e alla razionalizzazione del sistema impositivo. Finché siamo al governo, in Italia non vi sarà mai una patrimoniale, né un aumenti della tassa sulla casa degli italiani». La giustizia, dove insiste sulla separazione delle carriere, definita «uno dei punti fondamentali» per il programma del movimento. «Il giudice -dice ancora il Segretario- chiamato a decidere sulla colpevolezza o l’innocenza, sul carcere o sulla libertà, dev’essere davvero terzo, non può condividere con l’accusa gli uffici, la formazione, la carriera». È una delle spine dorsali della proposta di Forza Italia, l’ancoraggio al Ppe. Lo sottolinea lo stesso ministro degli Esteri: «Non esiste altra forza politica per cui l’Europa e l’Occidente siano essenziali alla propria identità», scandisce. Lo si coglie dal video messaggio della presidenza Ursula von der Leyen: «Sotto la guida di Antonio Tajani Forza Italia rimane l’ancora» dell’Italia e dell’Europa. E poi c’è Manfred Weber, leader del Partito Popolare Europeo. La sua è una sorta di chiamata a raccolta pre elettorale. Va giù durissimo: «I populisti dicono di amare le loro nazioni ma sono burattini di Putin». E si rivolge all’auditorio: «Il Ppe-dice- è molto fiero di voi. Forza Italia c’è, è forte e vince. Forza Italia ha un passato illustre ma anche uno splendido futuro grazie alla leadership di Tajani». E riferito ancora al Segretario osserva: «Hai dato una voce nuova è forte in Ue. Oggi Antonio Tajani sta realizzando il sogno di De Gasperi, l’Europa ha bisogno della tua leadership».

 

 

Il resto è, ancora, cuore e storia. Marta Fascina, ultimacompagnadiSilvioBerlusconi, non c’è. Sparge emozione, invece, l’arrivo del fratello del fondatore, Paolo. Si siede in prima fila. Salutato inizialmente dai capigruppo Maurizio Gasparri, Paolo Barelli, Fulvio Martusciello. «Abbiamo fatto un regalo a tuo fratello, caro Paolo», gli dice Tajani dal palco in un momento che eleva la commozione. «Un congresso con 1300 delegati che gli rende omaggio, che continua a battersi per quei valori di cui per 30 anni è stato portabandiera». La presidente del Consiglio Giorgia Meloni manda un videomessaggio: «Anche se apparteniamo a famiglie diverse abbiamo obiettivi comuni», dice in riferimento al tema europeo. Si siedono in platea anche alcuni protagonisti delle stagioni azzurre, come Mario Valducci, co fondatore del Movimento. E Claudio Scajola, attualmente Sindaco di Imperia e coordinatore nazionale ai tempi del primo congresso, nel 1998. E ancora Cesare Previti e Fabrizio Cicchitto. E poi, tutto intorno, tanti segnali di vitalità. Gli stand dei giovani e delle movimento Azzurro Donna. Così come per il nuovo tesseramento, dopo quello dello scorso anno che ha toccato quota 110 mila. Sala piena e corridoi brulicanti. Il cuore azzurro, insomma, continua a battere.

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