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Stellantis, scontro col governo. Il dato che rivela il bluff dell'azienda

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Non si placano i toni dello scontro a distanza tra il governo e Stellantis. Il giorno successivo alla discussa intervista del ceo del gruppo, Carlos Tavares, e alle ultime novità in termini di incentivi alle auto elettriche emerse dal tavolo automotive al Mimit, arriva un nuovo affondo del ministro delle ministro delle Imprese, Adolfo Urso: "Se a dicembre la Volkswagen ha superato nelle vendite in Italia Stellantis, se i cittadini italiani hanno preferito un'auto prodotta all'estero piuttosto che un'auto prodotta in Italia a fronte di condizioni di mercato e incentivi simili, il problema non è del governo, è dell'azienda", dice senza giri di parole. Il riferimento è ai dati dell'ultimo mese del 2023 quando Volkswagen aveva raggiunto 10.752 immatricolazioni rispetto alle 10.523 di Fiat, che però rimaneva in testa sull'intero anno. "Sarà un problema di marketing ? Di modelli appetibili? Ma - incalza - è un problema dell'azienda. Perché il sorpasso storico in dicembre è un problema dell'azienda, che evidentemente ha bisogno di rivedere le politica. Ma lo facessero". E in quello che ormai sembra un botta e risposta, il gruppo rende noti nel dettaglio i risultati delle vendite di gennaio: oltre 49mila auto immatricolate (+13,3%) per una quota complessiva del 34,7%, in crescita di 0,8% punti percentuali rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

 

Il ministro in ogni caso ribadisce: "L'Italia dei sussidi è finita, per tutti", e "l'ipotesi di dire 'dateci più soldi' non funziona più. Entrare nel capitale? Discutiamone. Ma è un'altra tipologia di politica industriale. Faremo atti dovuti solo nei confronti di chi si impegna a produrre nel nostro paese". Al termine della giornata il titolo del gruppo in Borsa guadagna il 2,31% a 21,25 euro per azione. A preoccupare, soprattutto le affermazioni del manager sugli impianti di Mirafiori e Pomigliano, a rischio in assenza di sussidi sull'elettrico. Sul punto si fa sentire la segretaria del Pd, Elly Schlein: "Il governo non può tacere di fronte alle minacce dell'ad di Stellantis sul futuro di Mirafiori e Pomigliano, convochi subito Tavares in Italia ad assumersi delle responsabilità e impegni chiari". Per la leader dem gli incentivi devono essere "condizionati in modo vincolante alla tutela dei posti di lavoro e alla riduzione delle emissioni" perché "non si tratta di favori".

 

Intanto i sindacati invitano l'esecutivo a prendere la situazione in mano: "La premier Meloni convochi Tavares e le organizzazioni sindacali per arrivare ad un accordo per tutelare produzione e occupazione in Italia", è l'appello di Michele De Palma, segretario generale Fiom-Cgil. Appello condiviso dal numero uno della Cgil, Maurizio Landini, mentre il leader della Uil, PierPaolo Bombardieri, sottolinea che "sulla politica industriale di questo paese mi pare che il governo abbia poche idee ma confuse". La Cisl, attraverso Luigi Sbarra, ricorda a Tavares "che gli incentivi sono risorse pubbliche e non regalìe" rinnovando la richiesta al governo di farsi "garante di un patto tra istituzioni, impresa e sindacati sul rilancio del settore auto nel nostro paese".

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