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Caso Giovanna Pedretti, la verità di Feltri: "Non creiamo capri espiatori

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Il caso della ristoratrice del Lodigiano che si è tolta la vita in seguito a una polemica scoppiata sui social, ha scatenato il dibattito sui pericoli insiti nella comunicazione digitale. Ne parla anche Vittorio Feltri nella sua rubrica pubblicata su Il Giornale del 18 gennaio. Il direttore editoriale, però, sottolinea il fatto che i social non sono la causa ma lo specchio dell'animo umano. "L'odio che i social contengono è quello che tracima dalle nostre anime - ha scritto Feltri - Non ce lo abbiamo semplicemente addosso, lo portiamo dentro. Non credo che il fine dei social sia ammaestrare, insegnare, istruire, abolire l'odio dalla società. Tuttavia non sono mai le opinioni degli altri sul nostro conto a definire chi siamo. Ci tocca librarci al di sopra di tutto ciò. Quello che ci definisce sono le nostre azioni, ossia i nostri comportamenti".

 

 

 

Poi Feltri passa ad analizzare in particolare la vicenda di Giovanna Pedretti "Ritengo che la signora avesse delle sue personali fragilità, che la polemica di cui è stata protagonista non sia stata la causa fondamentale che l'ha condotta ad assumere una scelta estrema. Al massimo si è trattato di un evento che ha concorso ad acuire un malessere pregresso e mai affrontato. Troppo comodo fare dei social network, degli influencer o dei giornalisti una specie di capro espiatorio di colpe che appartengono un po' a tutti noi".

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