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Regionali e partita bloccata, Truzzu: "Caso Sardegna? Ne avrei fatto a meno"

Christian Campigli
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Continua a tenere banco la vicenda Sardegna. Un accordo, quello interno al centrodestra, che tarda ad arrivare. E che porta ovvie tensioni anche a livello governativo. "Avrei fatto a meno di vedere la Sardegna al centro del dibattito nazionale in questi giorni, dovrebbe entrarci per altre questioni". Così il candidato del centrodestra scelto al tavolo regionale, Paolo Truzzu di FdI, davanti alle telecamere Rai di Agorà. Una situazione di indugio, nella quale il sindaco di Cagliari attende l'esito del braccio di ferro nazionale tra Lega e FdI sul nome dell'aspirante governatore, così come attendono nel Psd'Az, la cui linea non è mai cambiata sul bis dell'uscente Christian Solinas. I Sardisti stanno tenendo aperta in seduta permanente la direzione nazionale del partito e convocheranno il consiglio direttivo entro venerdì per prendere una decisione definitiva sulla campagna elettorale.

 

 

Anche perché poi sarà troppo tardi e i giochi devono essere chiusi entro e non oltre domenica mattina, quando si aprirà la finestra per la presentazione delle candidature.  Durante il prossimo consiglio dei ministri i leader dei tre principali partiti della coalizione di centrodestra certamente si confronteranno. Perché, se è vero che in agenda non c'è il caso sardo, è altrettanto evidente che lo stallo sulle candidature alle prossime elezioni regionali va risolto al più presto. La diversa veduta tra FdI, Lega e Fi rischia di avvantaggiare un centrosinistra mai così debole. Una vicenda però tutt'altro che semplice da risolvere, sulla quale è intervenuto anche l'esponente di Italia Viva, Maria Elena Boschi. "Mi auguro che non ci sia relazione tra le liti dentro la maggioranza su chi candidare in Sardegna e il voto sull'autonomia differenziata. Per un gioco sulla poltrona in Sardegna si rischia di approvare una riforma che, se completamente attuata, porterà meno uguaglianza di diritti per i cittadini italiani", ha malignamente affermato l'ex ministro, durante un intervento alla trasmissione televisiva Tagadà, su La7. 
 

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