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Open Arms, l'orgoglio di Matteo Salvini: "Ho difeso la sicurezza nazionale"

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Open Arms, il vicepremier Matteo Salvini a processo nell'aula bunker di Palermo. «Qui tribunale di Palermo, pronto a prendere parola nell’aula bunker al processo che mi vede rischiare 15 anni di carcere per avere, da ministro dell’Interno difeso la sicurezza e i confini del mio Paese. A testa alta, orgoglioso di quello che ho fatto». Lo scrive sui social Matteo Salvini al suo arrivo nell’aula bunker dell’Ucciardone di Palermo, per il processo Open Arms che lo vede imputato con l’accusa di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per avere tenuto in mare, nell’agosto del 2019, 147 migranti per 2 settimane, quando all’epoca dei fatti era ministro dell’Interno.

 

 

 

 

Il vicepremier ha sottolineato che, all'epoca, ogni intervento è stato condiviso da tutto l'esecutivo. Quella sulle politiche migratorie tra il 2018 e il 2019 «era una operatività condivisa dall’intero governo». Ha detto Matteo Salvini proseguendo le dichiarazioni spontanee al processo Open Arms a Palermo. E poi rivolgendosi al Presidente del collegio Roberto Murgia ha spiegato: «Mai mi sentirà dire: "Non è mia responsabilità la politica migratoria", quello che ho fatto l’ho fatto in piena coscienza, ritengo di aver fatto un servizio utile al Paese». «Mi faccio coscientemente carico di quello che abbiamo fatto con risultati assolutamente mai raggiunti, né prima né dopo, non solo in termini di contrasto al traffico di esseri umani ma in termini di vite salvate». «Negli anni 2018 e 2019, l’oggettività ci fa dire che si è ridotto il numero di morti e dispersi in mare come mai era accaduto prima e dopo. Il mio obiettivo non era solo difendere la sicurezza nazionale ma anche vite umane», conclude. 

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