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Governo, Mattarella dà il via libera al ddl Concorrenza: ecco la spinta all'economia

Pietro De Leo
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Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha promulgato la legge sulla concorrenza. Il capo dello Stato, però, contestualmente alla sigla del provvedimento, ha inviato una lettera ai Presidenti delle Camere, dove ha espresso alcuni rilievi sulla parte relativa gli ambulanti, disciplinata dall’articolo 11 del disegno di legge, riguardo cui, scrive, «ritengo doveroso richiamare l’attenzione del Governo e del Parlamento». L’articolo in questione riguarda l’«assegnazione delle concessioni per il commercio su aree pubbliche che, oltre a disciplinare le modalità di rilascio delle nuove concessioni, introduce l’ennesima proroga automatica delle concessioni in essere, per un periodo estremamente lungo, in modo che appare incompatibile con i principi più volte ribaditi dalla Corte di Giustizia, dalla Corte costituzionale, dalla giurisprudenza amministrativa e dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato in materia di apertura al mercato dei servizi». Prosegue il presidente della Repubblica: «I criteri generali per il rilascio di nuove concessioni, secondo quanto affermato anche dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato, appaiono restrittivi della concorrenza in entrata e favoriscono, in contrasto con le regole europee, i concessionari uscenti».

 

 

Peraltro, il capo dello Stato associa la sottolineatura sugli ambulanti a quella espressa, nelle more del milleproroghe dello scorso anno, sui balneari. «La disciplina in esame -scrive- presenta evidenti analogie con quella delle concessioni demaniali marittime». In quel caso, osserva, «evidenziavo i profili di contrasto di quella disciplina con il diritto europeo e, quindi, con il dettato costituzionale». In entrambi i casi, il nodo su cui il centrodestra, sin da quando era all’opposizione, ha sempre invocato il punto di equilibrio tra il rispetto delle normative europee e la tutela di quelle imprese e quegli operatori che da decenni portano avanti attività e investimenti nei settori interessati. Il disegno di legge sulle concessioni, in ogni caso, è stata promulgato. Ma l’opposizione prende spinta dalle parole del presidente della Repubblica per alzare il livello dello scontro politico. «Da mesi denunciamo l’atteggiamento vergognoso del governo Meloni e delle forze politiche di maggioranza che, sul tema delle concessioni balneari, hanno scelto di mettere la testa sotto la sabbia e di ignorare le sentenze della Corte di Giustizia, della Corte costituzionale e della giurisprudenza amministrativa», osserva dal Movimento 5 Stelle il Senatore Marco Croatti. «Ha fatto bene il presidente Mattarella a richiamare il governo sulla messa a gara delle concessioni demaniali, ribadendo non solo l’urgenza per quelle balneari ma anche per quanto riguarda gli ambulanti», osserva Riccardo Magi da + Europa, che prosegue: «Ora basta con le manfrine, Meloni metta a gara i servizi pubblici e le concessioni demaniali: gli italiani non possono pagare il prezzo salato delle corvée del governo alle corporazioni».

 

 

Tuttavia, il tentativo di creare un dualismo tra Quirinale e governo non riesce, perché le dichiarazioni che arrivano dal centrodestra confermano l’approccio di pieno ascolto a quanto rilevato da Mattarella. Il deputato di Fratelli d’Italia Riccardo Zucconi scrive: «Come sempre è utile e opportuno ascoltare i rilievi del presidente della Repubblica con il dovuto rispetto e la debita considerazione e questo vale ovviamente anche per quelli recenti sulle concessioni demaniali. Il governo Meloni è intervenuto, anche in questo campo, con serietà e rispetto delle normative nazionali ed europee, sanando intanto alcune disparità normative che si erano create nel commercio ambulante». Il capogruppo di Forza Italia al Senato Maurizio Gasparri, alle telecamere di Tg1 e Tg2 spiega: «È doveroso discutere in Parlamento della lettera del Presidente della Repubblica, ma bisogna ricordare che la concorrenza viene alterata da Amazon e non da bancarelle che chiudono sempre più giorno dopo giorno».

 

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