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Piazzapulita, Di Maio in soccorso di Conte sul fax-gate: cosa gli sfugge...

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Dal Golfo Persico in soccorso di Giuseppe Conte arriva addirittura Luigi Di Maio. L'ex grillino, ora inviato speciale Ue tra gli emiri, è intervenuto giovedì 14 dicembre a Piazzapulita, da Corrado Formigli, per contestare la presidente del Consiglio Giorgia Meloni sul Mes. Il caso è quello del documento di dicembre 2020. Di Maio premette che nell’ultimo anno ha sostenuto il governo Meloni "su alcune scelte coraggiose come quelle sull’Ucraina", ma sul Mes - aggiunge Di Maio - "il premier mette in dubbio il mio onore. Il governo Conte 2 ha votato la ratifica del Mes perché non rappresentava una minaccia per l’Italia. Anche Meloni può decidere di non ratificarlo.Ma è falso che io abbia firmato il mandato all’ambasciatore quando non ero nei miei pieni poteri".  Il fax è stato firmato il 20 gennaio, e il governo è caduto il 26; il giorno 27 si è conclusa la procedura con la firma dell’ambasciatore. "Sono abituato a ricevere attacchi, ma non si può dire che gli ambasciatori sono stati complici di un disegno cospirazionista".

 

Insomma, l'ex M5s conferma che il governo Conte votò il Mes. Detto questo, il governo Conte2 avrebbe rassegnato le dimissioni sei giorni dopo ma è altrettanto vero che la firma dell’ambasciatore - che rende esecutiva la decisione - sarebbe stata apposta l’indomani delle dimissioni del premier, il 27 gennaio, quando il governo era ormai dimissionario. Secondo Di Maio, tuttavia, il sigillo dell’ambasciatore era "solo un atto meramente di firma. All’Eurosummit di dicembre 2020 si era già deciso tutto con la scelta di Conte. Non c’era nulla di segreto".

 

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