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Salvini a Firenze per un'altra Europa: nuova visione politica per l'Ue

Christian Campigli
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Un’idea nuova, alternativa, di Europa. Una struttura burocratica, ma anche politica, più attenta ai bisogni reali dei cittadini e meno alla circonferenza delle arance o all'eccessivo rigore, talvolta perpetrato solo per motivi ideologici, dei conti pubblici. La Lega parte da Firenze per dare inizio ad una campagna elettorale, in vista della tornata continentale di primavera, giudicata dai principali osservatori come decisiva per il futuro stesso della Ue. Anche il nome scelto non è casuale. Si chiamerà infatti "Free Europe" l’evento organizzato alla Fortezza da Basso dal gruppo Identità e Democrazia al Parlamento europeo e avrà come temi cardine il lavoro, la sicurezza e il buonsenso. Il Carroccio ha in mente un progetto tanto semplice quanto netto, perentorio, per certi versi rivoluzionario: riportare gli interessi delle singole nazioni (e, di conseguenza, dei cittadini) al centro delle politiche di Bruxelles. Difendere i confini dagli sbarchi continui di immigrati provenienti dall’Africa, proteggere le eccellenze alimentari ed economiche e non fare un passo indietro su usi, costumi e tradizioni, anche quando questi ultimi si sovrappongono a delicati aspetti religiosi. Una kermesse dal significativo peso specifico, alla quale parteciperanno tutti i più importanti dirigenti del Carroccio, ma soprattutto i principali alleati europei della Lega.

 

 

Ci saranno il bulgaro Kostadin Kostadinov, il polacco Roman Fritz, il capo della destra romena George Simion. E, ancora, il leader della Afd tedesca, Tino Chrupalla (che si recherà sulle rive dell’Arno al posto di Alice Weidel), Majbritt Birkholm della Ds danese, Martin Helma dall’Estonia, l’austriaco Harald Vilimsky, il leader belga Gerolf Annemans e Tomio Okamura della Spd della Repubblica Ceca. Parleranno, in video collegamento, Marie Le Pen (ma parteciperà all'iniziativa il suo storico braccio destro, Jordan Bardella), il leader portoghese André Ventura e il fresco vincitore delle elezioni in Olanda, Geert Wilders. Il segretario del Carroccio ha affermato di «essere davvero orgoglioso. Non so quali altri movimenti politici italiani possano far convergere in una città italiana personalità di dodici paesi diversi per parlare di Europa, per parlare di futuro, di lavoro, di agricoltura, di giovani, di università, di arte, di cultura». Il vicepremier ha risposto, senza troppi peli sulla lingua, al primo cittadino gigliato. «Io invito il sindaco Nardella a un po’ di calma, a un po’ di serenità. È chiaro che è in campagna elettorale - ha detto ieri, a margine della visita al cantiere della nuova galleria San Donato sulla A1 - cerca preferenze personali, però è il sindaco di Firenze. Io quando porto investimenti del ministero su Firenze non faccio una scelta politica, faccio una scelta d’amore per Firenze e per i fiorentini. Se ci sono altre manifestazioni sono le benvenute, basta che siano pacifiche e rispettose. Vedere affissi per le strade di una straordinaria città come Firenze striscioni con scritto Salvini fa schifo, che idea di Europa diversa ti pone? Mettere la politica anche sui quadri e sulle opere d’arte degli Uffizi, raramente ho assistito a un clima così noioso».

 

 

Il riferimento è allo striscione, banalmente in rosso, esibito come una sorta di trofeo e posto di fronte all’ingresso del Cpa, il centro sociale che questo pomeriggio sfilerà contro la destra continentale. «In ogni caso non ho tempo per fare polemiche, ma il termine scontro non mi piace, e mi dispiace che qualcuno nella culla del Rinascimento alimenti il termine scontro, invece che il confronto. Sia chiaro, non mi aspetto che Nardella venga a portarci un mazzo di fiori, ma neanche passare una settimana a insultare. Non è degno di un sindaco che rappresenta una città così bella e inclusiva parlare nei termini in cui ha parlato». Impossibile non commentare poi la più grottesca delle polemiche degli ultimi due giorni. «Sperando di non offendere nessuno, nelle prossime ore ammirerò le opere d’arte agli Uffizi. È curioso che anche visitare un museo per qualcuno diventi motivo di polemica politica, io non so perché, poi magari c’è qualcuno che è a caccia di voti o di preferenze, però io chiederò il consenso e la fiducia degli italiani su un’idea di Europa diversa da quella di oggi a guida socialista, mettendo al centro il lavoro, la sicurezza, il contrasto all’immigrazione, la famiglia, politiche veramente green e non ideologie che fanno solo un favore alla Cina. E mi stupisce che visitare uno dei musei più belli al mondo da qualcuno possa essere vissuto come un affronto».

 

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