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Lucca, la sinistra pretende una via a Pertini ma vuole negare quella ad Almirante

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Christian Campigli
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Il doppiopesismo come modus operandi. La (presunta) superiorità morale come mantra da seguire. Ad ogni costo. Il dito costantemente puntato contro chi osa portare avanti idee diverse, alternative e, come tali, bollate sempre come sbagliate. La sinistra italiana non si smentisce mai. Una storica tendenza, che trova nuova linfa in due province toscane. E nella toponomastica. Il primo caso è scoppiato poco tempo fa a Lucca, città nella quale il consiglio comunale ha osato non approvare in pompa magna l’intitolazione di una strada a Sandro Pertini. Una mossa scaltra e furba degli eletti del Partito democratico, che hanno (consapevolmente) portato al voto negativo della maggioranza di centrodestra.

 

 

Una decisione che ha sollevato un vespaio interminabile di polemiche. Ultima, ma solo in termini temporale, il segretario Elly Schlein: «Si vergogni chi a Lucca ha votato contro una scelta di dedicare una via a Sandro Pertini. E quanta ipocrisia con chi come Meloni cita Iotti e poi nel suo partito c’è chi vota contro la proposta di intitolarle una via». Eppure la nativa di Lugano sa (o dovrebbe, quantomeno, sapere) che i primi ad essersi espressi in modo contrario sono stati proprio i consiglieri progressisti.
«È stato il centrosinistra, con l’amministrazione Tambellini, a cancellare l’intitolazione di una via a Sandro Pertini nel 2012, dopo che la stessa era stata prevista dalla giunta Favilla fin dal 2009 – ha sottolineato il sindaco di Lucca, Mario Pardini -Quella del centrosinistra è stata dunque un’azione premeditata che ha recato un grave danno di immagine alla città». A centottanta chilometri di distanza, nella ridente Grosseto amministrata, anche in questo caso, dal centrodestra, la maggioranza ha avuto l'ardire di dedicare una strada a Giorgio Almirante.

 

 

Apriti cielo. Una valutazione che ha portato persino al ricorso al Tar della Toscana, presentato dal comitato per la democrazia costituzionale di Grosseto, la sezione Anpi Elvio Palazzoli e alcuni cittadini, in collaborazione con il Collettivo dei giuristi democratici. Nella richiesta ai giudici contro «il fucilatore dei partigiani Giorgio Almirante anche la sospensiva della delibera dell’amministrazione comunale di Grosseto relativa all’intitolazione». Il ricorso, si legge in una nota, è stato presentato per «ragioni di ordine storico, culturale, etico ed amministrativo, che rendono insostenibile rimanere acquiescenti di fronte a una simile decisione. Almirante non è stato un personaggio illustre, non ha mai ritrattato la propria compromissione con la dittatura mussoliniana e la Repubblica di Salò e, se ha avuto un ruolo pubblico dopo la guerra, rimane un repubblichino fascista e razzista, alleato con i nazisti, appartenenze che non ha mai rinnegato, anzi di cui si è vantato in epoca democratica. Non può essere esaltato, tanto che la commissione regionale di storia patria, formata da centoventi storici, ha espresso un parere negativo, previsto per legge, di cui l'amministrazione comunale e la prefettura non hanno tenuto alcun conto».

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