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La "sinistra cancella il Natale", caso a Verona: il sindaco Tommasi nella bufera

Luca De Lellis
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In nome del politicamente corretto anche un simbolo del Natale può venire meno. È quanto sta accadendo a Verona con la giunta del Partito Democratico, guidata dal sindaco Damiano Tommasi, che sta per sacrificare la stella cometa di Natale piantata da quasi 40 anni in piazza Bra in favore dell’installazione di lucette laser ormai un po’ convenzionali e prive di valore tradizionale. Lo riporta l’indiscrezione di Libero, secondo la quale “la trattativa con la ditta che fornirà le luci” sarebbe nella sua “fase conclusiva”, anche perché ormai non manca molto al periodo delle feste natalizie. La giustificazione del sindaco? “E’ rotta, e non c’era il tempo né la possibilità di ripararla”. In effetti nel gennaio scorso si era sgretolato il sostegno che la teneva sorretta, ma a settembre la cometa a due passi dall’Arena era stata liberata dal sequestro e sembrava potesse tornare alla normalità.

 

Invece non sarà così. Anzi, l’ex calciatore della Roma, ora nelle vesti di primo cittadino, sta già “pensando alle alternative” per sostituire uno degli emblemi della tradizione a cui i cittadini veronesi erano tanto affezionati. La grande stella cometa non solo rappresentava un punto turistico, ma anche un luogo di aggregazione tra diverse generazioni. E, secondo il retroscena del quotidiano, poteva essere salvata, con la ditta di presagomatura e posa dell’acciaio Iron Beton che si era offerta per sistemare tutto, sostenendo la fattibilità temporale del progetto di riparazione “del basamento che poggia sui gradoni dell’Arena, anche in collaborazione con qualche ingegnere o architetto specializzato in sicurezza, per riprogettare le fasi di montaggio e smontaggio con un protocollo più moderno e condiviso”.

La questione sembra non esser andata giù a molti cittadini, inclusi quelli appartenenti alla maggioranza che nel giugno 2022 aveva eletto Tommasi nuovo sindaco di Verona. In fin dei conti, è passata come una presa di posizione non necessaria l’eliminazione di un simbolo risalente al 1984 nella piazza più importante della provincia veneta. Intanto sono arrivate anche le critiche della giunta di centrodestra, secondo la quale sono state accampate solo delle scuse per togliere un elemento appartenente alla tradizione cristiana. E, unito ad altre politiche rivedibili attuate durante l’ultimo anno e mezzo di amministrazione, i Dem rischiano di veder vacillare il proprio consenso in una delle poche conquiste delle ultime elezioni amministrative.

 

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