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Manovra, ultimi dettagli e audizioni poi gli emendamenti. Cosa sarà rivisto

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Ultima tornata di audizioni la prossima settimana davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato. Lunedì toccherà alle associazioni produttive, a Banca d’Italia e Istat, tra gli altri. Martedì sarà la volta dell’Ufficio parlamentare di Bilancio e per chiudere del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Dopodiché toccherà al governo fare una sintesi delle richieste emerse e mettere mano ad uno stringato pacchetto di emendamenti. La raffica di scioperi e manifestazioni in arrivo spingerebbero a dei ritocchi in particolare alla stretta alle pensioni degli statali, norma tra le più contestate.

 

 

Oggi intanto è sceso in piazza il Pd, Cgil e Uil hanno proclamato tutta una serie di scioperi territoriali di 8 ore tra venerdì 17 novembre e il primo dicembre, mentre la Cisl manifesta il 25 novembre a Roma. Anche i sindacati dei medici hanno annunciato uno stop per il 5 dicembre contro la stretta al calcolo delle pensioni prevista dalla Manovra. Rilievi alla manovra arrivano anche dal mondo dell’industria che pur ritenendo la Finanziaria «ragionevole», ha detto il presidente di Confindustria Carlo Bonomi, reclama misure in favore degli investimenti al momento dirottate nella revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. «Riteniamo questa legge di bilancio ragionevole. Ma continuiamo a rilevare che mancano le stimoli agli investimenti», ha sottolineato Bonomi intervenendo al forum della Piccola industria di Pavia. «Ci viene detto che con la revisione del Pnrr ci saranno le risorse: speriamo che sarà così ma noi dobbiamo fare oggi gli investimenti. Non possiamo aspettare», ha aggiunto, osservando che 5 miliardi per il piano Industria 5.0 «non sono sufficienti».

 

 

Intanto vanno avanti gli ’esami’ per la manovra italiana. Incassata la conferma del rating sul debito pubblico da parte di S&P e, ieri, dalla consorella Usa Fitch, il governo attende venerdì il giudizio di Moody’s, poi il 21 novembre ci sarà il verdetto sulla Legge di Bilancio della Commissione Ue. E se sulla scena interna si registrano le fibrillazioni delle piazze, sul fronte europeo non regna certo la calma. Le trattative per la riforma del Patto di Stabilità sul compromesso presentato ieri dalla presidenza spagnola di turno dell’Ue vanno avanti. Se si trovasse un consenso Madrid convocherebbe una riunione straordinaria dei ministri delle Finanze Ue a novembre per consentire il via libera dei leader al Consiglio di dicembre e scongiurare il ritorno delle vecchie regole di Maastricht dal primo gennaio. Ma la strada è ancora in salita.

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