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Lavoro, il Tar smonta il decreto del Pd: violato il diritto alla salute dei dipendenti pubblici

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Il regime differenziato per le visite fiscali in caso di malattia fra dipendenti pubblici e privati a svantaggio dei primi è servito «a dissuadere dal ricorso al congedo per malattia» ed è «in contrasto con la tutela sancita dalla Carta costituzionale nell’articolo 32» («La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo», ndr). A sancirlo è il Tar del Lazio nella sentenza che ha accolto il ricorso della UilPa Polizia penitenziaria contro il decreto ministeriale ’Madia-Poletti’ del 2017 sul regime diverso nelle fasce orarie di reperibilità in caso di malattia. Secondo il collegio del Tar Lazio il «mantenimento delle differenziate fasce orarie, con una durata complessiva per il settore pubblico quasi doppia rispetto a quella del settore privato, è indicativo anche di uno sviamento di potere».

 

 

Per i giudici amministrativi della Sezione Quarta Ter la motivazione fornita dall’Amministrazione del «mancato allineamento delle fasce di reperibilità per il settore pubblico a quelle del privato» a causa di «una minore incisività della disciplina dei controlli» è la «dimostrazione del fatto che si parte dall’idea che per il settore pubblico servano controlli rafforzati». I quali «ripetuti» e «associati a una restrizione delle ipotesi di esclusione dall’obbligo di rispettare» le fasce orarie sembrano «piuttosto diretti a dissuadere dal ricorso al congedo per malattia».

 

 

Nell’accogliere il ricorso per l’annullamento di quel provvedimento presentato nel 2018, il Tar ha stabilito anche che la sentenza avrà valore ’normativo’. «Nell’adozione del nuovo decreto non potrà non tenersi conto di quanto affermato nel presente provvedimento», si legge alla conclusione del dispositivo emesso dai giudici Rita Tricarico, Monica Gallo e Valentino Battiloro. A distanza di anni viene riconosciuto il grave errore del governo a tinte Pd.

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