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Migranti e terrorismo, Meloni sospende Schengen al confine con la Slovenia: controlli alla frontiera

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"Credo che alcune valutazioni si debbano fare sul tema di controllare chi entra e arriva, in particolare sulla rotta balcanica". L'input era arrivato in occasione della missione in Mozambico. A Maputo Giorgia Meloni, analizzando lo scenario generale legato alla crisi in Medioriente, aveva posto l'attenzione sui flussi migratori irregolari provenienti anche dalla rotta balcanica in riferimento al rischio di possibili infiltrazioni terroristiche. E a nemmeno una settimana di distanza da quell'osservazione, il presidente del Consiglio è passata dalle parole ai fatti. Il governo ha infatti deciso la reintroduzione dei controlli delle frontiere interne terrestri con la Slovenia, in base all'art.28 del Codice delle frontiere Schengen. "Con il Ministro degli Interni Matteo Piantedosi abbiamo comunicato in sede europea la decisione del Governo italiano di ripristinare i controlli alla frontiera tra Italia e Slovenia - ha spiegato Meloni via social -. La sospensione del Trattato di Schengen sulla libera circolazione in Europa si è resa necessaria per l'aggravarsi della situazione in Medio Oriente, l'aumento dei flussi migratori lungo la rotta balcanica e soprattutto per questioni di sicurezza nazionale, e me ne assumo la piena responsabilità. Ne abbiamo parlato con i colleghi sloveni, ai quali abbiamo rinnovato la nostra piena collaborazione sul contrasto ai flussi di migranti illegali".

 

 

In una nota palazzo Chigi ha sottolineato che "l'intensificarsi dei focolai di crisi ai confini dell'Europa, in particolare dopo l'attacco condotto nei confronti di Israele, ha aumentato il livello di minaccia di azioni violente anche all'interno dell'Unione". Il riferimento è ai recenti attentati avvenuti in Francia ed in Belgio. Un quadro, si legge nella nota, "ulteriormente aggravato dalla costante pressione migratoria cui l'Italia è soggetta, via mare e via terra (140mila arrivi sulle coste italiane, +85% rispetto al 2022). Nella sola regione del Friuli Venezia Giulia, dall'inizio dell'anno, sono state individuate 16mila persone entrate irregolarmente sul territorio nazionale".

 

 

Nelle scorse settimane proprio il governatore della Regione, Massimiliano Fedriga, aveva denunciato il fenomeno definendolo "surreale" perché i migranti "attraversano due paesi europei, Croazia e Slovenia, entrambi dentro Schengen, e arrivano in Italia. Ma allora gli accordi di Dublino valgono solo per gli ingressi dal Mediterraneo e non dalle altre parti? Io penso che i confini europei devono essere controllati". Linea sposata anche dal governo che ha così fatto ricorso alla procedura d'urgenza disciplinata dall'art.28 del Codice Schengen, in ragione della necessità di ripristinare in via immediata i controlli poiché "le misure di polizia alla frontiera italo-slovena non risultano adeguate a garantire la sicurezza richiesta". La misura verrà attuata da sabato prossimo per un periodo di 10 giorni. Eventuali successive proroghe potranno arrivare anche a periodi di 20 giorni ciascuna, sino ad un massimo complessivo di 2 mesi. Raggiunto tale limite sarà possibile attivare la procedura ordinaria, prorogando la sospensione Schengen di ulteriori 4 mesi, fino ad un totale complessivo di 6 mesi.

 

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