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Migranti, l'allarme di Piantedosi: rischio infiltrazione terroristica nei flussi

Edoardo Romagnoli
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Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ieri nell’informativa urgente sull’immigrazione alla Camera ha ribadito la posizione del governo. «Contrastare l’immigrazione illegale significa ridurre le morti in mare» ha detto Piantedosi. Nel mirino del governo ci sono i trafficanti di esseri umani «dall’inizio dell’anno al 4 ottobre sono stati arrestati 183 scafisti» e le Organizzazioni non governative la cui presenza «continua a costituire un catalizzatore dei flussi attraverso il canale di Sicilia». E la spiegazione, ha detto il titolare del Viminale, si basa sulle informazioni acquisite dai migranti: «È emerso che i trafficanti tendono a sovraccaricare le imbarcazioni e a rifornire le stesse di una quantità minima di carburante, in previsione dell’intervento delle navi Ong presenti nelle acque del Mediterraneo centrale». Il controllo su chi arriva è fondamentale soprattutto per il «rischio di infiltrazione terroristica nei flussi» come «ha dimostrato l’arresto, avvenuto» ieri « a Milano, ad opera della Polizia di Stato di due persone di origine egiziana (una delle quali di cittadinanza italiana), per reati di terrorismo».

Dall’inizio dell’anno in Italia sono arrivate via mare 140.586 migranti «mentre nello stesso periodo degli anni 2021 e 2022 ne erano arrivate rispettivamente 49.764 e 75.833». Solo dalla Tunisia c’è stato un incremento degli arrivi di circa il +376% rispetto al 2022 mentre si osserva una diminuizione di chi arriva dalla Libia di circa il 4%. Questo quadro spiega, secondo il ministro, le ragioni dell’accordo con il governo di Saied «credo sia interesse di tutte le parti realizzare rapidamente i contenuti dell’accordo stipulato tra Ue e Tunisia». Il fenomeno «ha assunto una dimensione tale da richiedere soluzioni stabili e durature» ha evidenziato il ministro. Per questo il governo vuole costruire nuovi Centri di permanenza per il rimpatrio. E per implementare questa strategia «chiediamo che l’Unione Europea ci supporti con risorse finanziarie e straordinarie». Anche perché«si tratta di strutture che vanno a beneficio dell’intera Unione, i cui oneri quindi non è ragionevole che siano sostenuti dai soli Stati maggiormente esposti agli arrivi» ha sottolineato Piantedosi.

Strutture che in questo momento sono in sofferenza. Dei 141mila accolti, 34mila sono in rete Sistema di Accoglienza e integrazione (Sai), 101mila nei centri di accoglienza straordinaria (Cas), 5mila nei centri di prima accoglienza e quasi 500 negli hotspot. Le persone in accoglienza sono distribuite in 6.114 strutture Cas per adulti e minori e in 926 progetti Sai con il coinvolgimento complessivo di quasi 3mila comuni. Il governo «oltre alla ristrutturazione dei Cpr esistenti» ha avviato una serie di interventi straordinari che consentiranno entro la fine dell’anno di «recuperare 218 posti». Nel frattempo per aiutare Lampedusa, che vive da anni una situazione difficile, è stato predisposto un investimento da 45 milioni di euro «per migliorare le infrastrutture viarie e l’impiantistica a beneficio dei cittadini lampedusani».

Sui rimpatri il ministro ha ricordato che «al 4 ottobre sono stati rimpatriati 3.471 migranti rispetto ai 2.997 dell’analogo periodo di riferimento del 2022 e ai 2.802 del 2021. É importante sottolineare che il 70% degli stranieri rimpatriati è transitato da un Cpr. Ad oggi circa il 50% degli stranieri lì trattenuti viene rimpatriato». Rispetto alle recenti sentenze del Tribunale di Catania che non hanno convalidato i provvedimenti di trattenimento Piantedosi ha confermato che «il governo impugnerà tali decisioni» perché convinto che «le norme siano pienamente coerenti con la cornice giuridica europea di settore e con la Costituzione».

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