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Nucleare, prima centrale in Italia nel 2032. Salvini la vuole a Milano

Emanuele Peconi
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«Se partiamo nel 2024, nel 2032 possiamo accendere il primo interruttore di una centrale nucleare». È l’intenzione espressa dal ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini in occasione della quarta edizione del convegno iWeek dal titolo «Nucleare, si può fare?» tenuto ieri a Roma a Palazzo Altieri. «Sempre nel 2032 – ha aggiunto Salvini – passerà il primo treno per la Torino-Lione. Nello stesso anno il primo treno viaggerà da Bolzano a Innsbruck in 25 minuti e un altro treno passerà sul Ponte sullo Stretto. Nel 2032 ci sarà anche il primo treno sulla metro che a Roma unirà l’Altare della Patria con Roma Nord». Poi il vicepremier è tornato a parlare di nucleare: «Da milanese la prima centrale la vorrei a Milano, vorrei un reattore di ultima generazione nella mia città, è facile dire sì al nucleare ma nella provincia a fianco». Salvini ha invitato a «riflettere senza ideologia sul "trilemma" relativo alle fonti di energia (cambiamento climatico, indipendenza geopolitica, costi della materia prima, ndr): «Poca ideologia, tanta razionalità, informazione e divulgazione scientifica. L’ideologia l’anno scorso ha portato a +8% di consumo di carbone. Tutti con la Tesla e il monopattino e mentre pensavamo a come ricaricare l’auto elettrica gli amici tedeschi chiudevano il nucleare e riaprivano le centrali a carbone. Qualcuno più a Est fa centrali a carbone per darci l’auto elettrica».

 

 

Dello stesso avviso il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Pichetto Fratin, presente all’evento che ha detto: «Il governo è convintamente impegnato sul tema del nucleare, questa è la scelta di fondo. Gli esperti mi dicono che il nucleare è fattibile e realizzabile nei primi anni del 2030. Non parliamo di terza generazione, ma di quarta generazione, di modular reactor e di fusione. Sono convinto che la richiesta di energia sarà in costante crescita: l’Italia si è impegnata ad arrivare alla neutralità nel 2050 ma, rispetto all’utilizzo dei fossili, che sono il carburante da eliminare, abbiamo ancora della strada da fare e le rinnovabili non saranno sufficienti a dare una garanzia di continuità». «Il mio impegno politico – ha detto il ministro delle imprese e del made in Italy Adolfo Urso – fin dall’inizio si è caratterizzato sempre a supporto della neutralità tecnologica, quindi anche all’uso del nucleare che si può fare. Oggi abbiamo un governo e una maggioranza pienamente coesa per raggiungere questo obiettivo, e io personalmente sono sempre stato convinto di questa opzione».

 

 

Tra i temi affrontati durante l’evento si è parlato, oltre che della geopolitica nucleare con le alleanze dei 12 paesi Ue favorevoli all’introduzione del nucleare nella tassonomia green e della sostenibilità finanziaria a essa collegata, anche delle nuove tecnologie che vanno dai moderni small modular reactors ai prossimi micro modular reactors. Queste tecnologie si distinguono dai reattori nucleari tradizionali per le loro dimensioni ridotte che ne semplificano la costruzione e ne riducono i costi di capitale, permettendo di costruire impianti anche in luoghi con spazio limitato. Inoltre, detengono sistemi di raffreddamento passivo e reattori a combustibile intrinsecamente sicuri. Questi aspetti favoriscono la riduzione dei rischi di incidenti nucleari e la facilità di gestione degli impianti. L’obiettivo è garantire che l’energia nucleare contribuisca a un futuro energetico sostenibile senza compromettere la stabilità finanziaria e il benessere sociale. Tra i relatori anche il presidente di Sogin, Carlo Massagli: «Sogin garantisce la sicurezza, la tutela della salute e dell’ambiente nel decommissioning nucleare applicando standard fra i più stringenti al mondo e con il costante controllo di diversi enti ed istituzioni. Ciò, unito al patrimonio professionale dei nostri tecnici altamente qualificati, ci permette oggi di contribuire allo sviluppo del settore nucleare, come conferma il recente rinnovo dell’accordo con l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica che designa Sogin come centro di collaborazione».

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