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Migranti, il governo impugnerà anche la nuova sentenza di Apostolico

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La giudice Iolanda Apostolico è di nuovo sulla bocca di tutti per i quattro provvedimenti con cui non ha convalidato i trattenimenti nel cpr di Pozzallo, nel ragusano, disposti dal questore di Ragusa nei confronti di altri quattro migranti tunisini. «Se il trattenimento viene previsto come misura unica, la garanzia finanziaria di importo predeterminato e commisurato alle esigenze e ai bisogni fondamentali del richiedente, posta come onere per evitare il trattenimento, pare ulteriormente in contrasto con la normativa comunitaria», è quanto scrive il magistrato del Tribunale di Catania.

 

 

Il riferimento alla normativa comunitaria, si legge nel provvedimento, guarda all’interpretazione che «ne fa la Corte di giustizia nella citata pronunzia della Grande Sezione del 14 maggio 2020, nella quale espressamente si afferma che gli articoli 8 e 9 della direttiva 2013/33/Ue devono essere interpretati nel senso che ostano, in primo luogo, a che un richiedente protezione internazionale sia trattenuto per il solo fatto che non può sovvenire alle proprie necessità». I quattro migranti sono Mohamed Mtir, tunisino, di 30 anni, arrivato in Italia il 2 ottobre scorso a Lampedusa, Ben Rjeb Mouheb, tunisino di 27 anni, arrivato il 3 ottobre scorso a Lampedusa, Abdelhalim Doussi, tunisino di 18 anni, arrivato il 3 ottobre a Lampedusa, Nabil Najar, tunisino di 37 anni, arrivato il 20 settembre scorso a Lampedusa. 

 

 

E dopo la decisione va avanti lo scontro a distanza con il governo. Il ministero dell’Interno infatti impugnerà anche la nuova decisione di Apostolico. «Non do mai giudizi sommari sui provvedimenti giudiziari. Siamo profondamente convinti che quei provvedimenti siano legittimi e rispettosi della cornice giuridica nazionale e internazionale. È legittimo che qualcuno la possa pensare diversamente. Abbiamo annunciato che faremo l’impugnativa. Il processo democratico è così. Il tema del trattenimento ai soli scopi dell’identificazione e della procedura generale di frontiera è un tema cardine della attuale e futura normativa europea», le parole di Matteo Piantedosi in merito alla decisione dell’esecutivo guidato da Gioriga Meloni.

 

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