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Meloni al G20, il nuovo corridoio con l'Asia al posto della Via della Seta

Benedetto Antonelli
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Punta a essere l’alternativa alla Via della Seta cinese: è il nuovo progetto di corridoio economico tra India, Medio Oriente ed Europa, firmato a New Delhi a margine dei lavori del G20. Una rete di ferrovie, porti e collegamenti energetici: un mega progetto diventato realtà, dopo mesi di negoziati segreti, con la firma di un memorandum d’intesa da parte dei Paesi coinvolti: Stati Uniti, India, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Germania, Francia, Italia e Unione Europea. A New Delhi la soddisfazione dei protagonisti era palpabile. Il presidente Joe Biden non ha nascosto il suo «orgoglio», la premier Giorgia Meloni ha aggiunto che l’Italia si impegna a lavorarvi durante la presidenza italiana del G7 l’anno prossimo. L’adesione dell’Italia assume una rilevanza particolare dato che il nostro governo è intenzionato ad abbandonare la Via della Seta, come ha fatto sapere proprio Meloni al primo ministro cinese Li Qiang nel bilaterale che hanno avuto a margine del G20.

Il nuovo corridoio cerca di riconfigurare il commercio tra i Paesi dell’Europa, del Golfo Persico e dell’Asia meridionale, riducendo significativamente il tempo necessario per trasportare le merci tra queste nazioni. Inoltre, mira ad aumentare la cooperazione energetica tra i Paesi firmatari e a migliorare le loro connessioni Internet. Per fare ciò, verrà creato un gasdotto attraverso il quale circolerà l’idrogeno verde, verranno costruite infrastrutture per collegare le reti elettriche dei diversi Paesi e verranno installati cavi sottomarini e terrestri per facilitare il rapido scambio di dati. Nonostante l’ambizione del progetto, il memorandum d’intesa si limita a delineare gli obiettimantenere il mio impegno a recarmi in Cina. Spero il prima possibile, non c’è ancora una data, l’invito è reiterato, ma credo che abbia maggiore senso andare quando avremo maggiori elementi su come rafforzare la nostra cooperazione bilaterale e su come andare avanti».

 

Il presidente del Consiglio ha toccato anche il tema dell’accordo sottoscritto nel 2019 dall’allora premier Giuseppe Conte: «Sono stata molto contenta del clima cordiale e costruttivo nel quale si è svolto l’incontro con il primo ministro cinese, che non conoscevo. Si è parlato anche di Via della Seta, ma non soltanto. Noi con la Cina abbiamo un partenariato strategico, e quindi sì, c’è il tema della "Belt and Road Initiative", ma non è l’unico elemento che costruisce il nostro rapporto bilaterale con la Cina. Il tema è come continuare a garantire, indipendentemente dalle scelte che faremo sulla "Belt and Road Initiative", un partenariato che può essere vantaggioso per l’Italia. Nella politica estera il pragmatismo nella maggior parte dei casi ha sempre la meglio, confido che andrà così. Mi pare ci sia volontà di continuare a dialogare».

Meloni ha voluto mettere sul tavolo anche altre sfide fonAnno Quando è stato sottoscritto l’accordo sulla Via della Seta con la Cina che scade il 31 dicembre. Il governo italiano non intende rinnovarlo damentali che andranno affrontate nel prossimo futuro. Una di queste è l’intelligenza artificiale, che sarà al centro dei lavori del G7 a presidenza italiana che inizierà il primo gennaio. «È urgente affrontare questo tema o rischiamo di arrivare troppo tardi e questo potrebbe avere impatti disumanizzanti e critici per le nostre società», ha detto il premier. Durante la presidenza italiana del G7, ha aggiunto Meloni, «intendiamo richiamare i principi etici alla base dello sviluppo dell’Intelligenza artificiale che possano fare da base a una cornice regolatoria. Serve una regolazione a livello globale. C’è bisogno di una maggiore concentrazione da parte dei leader mondiali. Lo sviluppo della tecnologia sta correndo molto velocemente e a volte ho l’impressione che la nostra capacità di governare i problemi non corra altrettanto velocemente. Non possiamo non considerare l’impatto dell’intelligenza artificiale, eravamo abituati a un progresso che ottimizzava le competenze umane oggi rischiamo di trovarci di fronte a un progresso che sostituisce le competenze umane. In passato venivano sostituiti i lavori fisici, oggi è l’intelletto che rischia di essere sostituito. È una riflessione che merita concentrazione e velocità».

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