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G20, Meloni incontra il primo ministro cinese: addio soft alla Via della Seta

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La decisione formale sarà presa nelle prossime settimane dal Parlamento, ma è ormai chiaro che l’Italia è intenzionata ad abbandonare il Memorandum sulla Via della Seta. Il governo è pronto a voltare pagina mettendosi alle spalle l’intesa siglata nel marzo del 2019 dall’esecutivo Conte, che sancisce la collaborazione con la Cina nel contesto della Belt and Road Initiative. Collaborazione che andrà sciolta entro dicembre per evitare un automatico rinnovo quinquennale. Per ammorbidire l’uscita dal progetto geoeconomico di Xi Jinping, Roma punta a rafforzare e consolidare le relazioni nel contesto di quel Partenariato Strategico Globale condiviso con Pechino che il prossimo anno celebrerà il ventesimo anniversario. Anche di questo Giorgia Meloni ha discusso col premier cinese Li Qiang nel bilaterale andato in scena a margine dei lavori del G20 di Nuova Delhi.

 

 

E in occasione del primo contatto diretto tra i due capi di governo, riferisce una nota di palazzo Chigi, è stata confermata «la comune intenzione di consolidare e approfondire il dialogo sulle principali questioni bilaterali e internazionali». Il partenariato strategico costituirà quindi «il faro per l’avanzamento dell’amicizia e della collaborazione tra le due Nazioni in ogni settore di comune interesse». Secondo quanto riportato via social dall’ambasciatore cinese a Roma, Jia Guide, Li Qiang ha affermato nel corso del colloquio con Meloni che «una relazione sana e stabile tra Cina e Italia è in linea con gli interessi comuni di entrambi i paesi ed è necessaria per un migliore sviluppo dei paesi».

 

 

Inoltre, ha affermato il premier cinese, «si spera che l’Italia fornisca un ambiente imprenditoriale equo, giusto e non discriminatorio affinché le aziende cinesi possano investire e svilupparsi in Italia». La Cina, ha quindi concluso, «continuerà a espandere l’accesso al mercato per creare maggiori opportunità per i prodotti di qualità italiani per entrare nel mercato cinese». L’incontro con Li Qiang in India è l’ennesima tappa del percorso intrapreso da Meloni per archiviare uno dei dossier più delicati che si trova a gestire il governo. Dopo la visita dei giorni scorsi a Pechino del vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, cui seguiranno a stretto giro quelle delle ministre Santanché (Turismo) e Berini (Università), toccherà proprio alla premier recarsi nei prossimi mesi nel paese del Dragone, dove è atteso a gennaio anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione dei 700 anni dalla morte di Marco Polo.

 

 

Nel corso della prima giornata dei lavori del G20 Meloni ha inviato un messaggio al Marocco colpito da un violento terremoto che ha provocato oltre mille morti. «Ho appreso con dolore il tragico bilancio», ha spiegato esprimendo «vicinanza e solidarietà» al primo ministro Aziz Akhannouch, «ai familiari delle vittime e al popolo marocchino», e manifestando «la piena disponibilità dell’Italia a sostenere il Marocco in questa emergenza». La premier ha incontrato anche il padrone di casa, il primo ministro indiano Narendra Modi, con cui sì congratulato per «il successo del vertice» che ha dato via libera all’ingresso dell’Unione Africana come membro permanente. «L’Italia - ha ricordato Meloni - è stata una forte sostenitrice del suo processo di adesione ed è fermamente convinta che la sua inclusione in questo gruppo sia strategica per rafforzare la nostra capacità di affrontare le sfide globali, a partire proprio da quelle ambientali ed energetiche». La presidente del Consiglio è poi intervenuta nella sessione d’apertura del summit, incentrata su clima, energia, ambiente e sviluppo sostenibile, sottolineando che «la risposta al cambiamento climatico deve riguardare davvero tutti, altrimenti pensare che possa portare risultati apprezzabili è pura utopia».

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