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Schlein contestata. La frase sull'Ucraina che fa scattare la protesta

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Antonio Padellaro e Wanda Marra hanno intervistato la segretaria del Partito Democratico nel corso della Festa de Il Fatto Quotidiano. Tra i temi trattati con Elly Schlein, quello della guerra in Ucraina. "Non ho cambiato idea, da marzo dello scorso anno, quando è partita l'invasione criminale di Putin ai danni dell'Ucraina, ho capito che non avremmo potuto sostenere, anche militarmente, quel popolo invaso, perché altrimenti non saremmo neppure qui a discutere": ha detto la segretaria dem, scatenando subito la reazione del pubblico e facendo scattare, immediatamente, la contestazione. 

 

 

"Lo so che ci dividiamo su questo, è giusto così. Putin pensava di poter riscrivere i confini dell'Europa in poche settimane e questo è sbagliato e noi non lo possiamo accettare", ha spiegato Schlein al pubblico in disaccordo. La segretaria del Pd, però, consapevole di non aver incontrato l'approvazione della platea, è tornata sui suoi passi e ha spiegato meglio il suo punto di vista: "Non si può dismettere la prospettiva di una pace giusta, ma non possiamo nemmeno accettare che ci sia un mondo in cui un'invasione criminale avvenga senza conseguenze". La segretaria dem ha provato a salvarsi in calcio d'angolo: "Ho visto con grande speranza il tentativo portato avanti da Papa Francesco, dal Vaticano e dal Cardinale Zuppi di costruire le condizioni che portino alla fine di questa guerra che sta facendo male non solo al popolo ucraino ma anche al resto d'Europa".

 

 

Poi ha puntato il discorso sul ruolo dell'Ue:"Voglio un'Europa che abbia una voce forte e convinta, che provi a farsi promotrice di una pace anche nelle sue istituzioni. Non soltanto che quando c'è un problema partono due capi di Stato o di governo e vanno da soli, perché siamo più deboli così". La segretaria del Pd ha assicurato che i democratici insisteranno attraverso la loro "rete europea di contatti". "Non dobbiamo aspettare che cada l'ultimo fucile per parlare di pace, altrimenti sarà troppo tardi", ha dichiarato. Alla domanda sul passaggio di trenta dirigenti liguri dal Pd ad Azione ha risposto velocemente: "Credo che sia sempre un dispiacere quando qualcuno decide di andare via, ma se ci rendiamo conto che qualcuno può non sentirsi a casa in un Pd che si batte per l'ambiente, i diritti e il lavoro di qualità, allora forse l'indirizzo lo aveva sbagliato prima", ha concluso. 

 

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