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Draghi sposa la linea del governo Meloni e spara a zero sull'Ue

Luigi Frasca
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Mario Draghi sposa la linea del governo contraria al vecchio patto di stabilità che esisteva prima della pandemia. In un’intervista all’Economist, l’ex premier spiega che per l’Europa tornare alle vecchie regole fiscali sarebbe il peggior risultato possibile. «L’Europa deve ora affrontare una serie di sfide sovranazionali che richiederanno ingenti investimenti in un breve lasso di tempo, compresa la difesa, la transizione verde e la digitalizzazione», scrive Draghi. «Allo stato attuale, tuttavia, l’Europa non ha né una strategia federale per finanziarli, né le politiche nazionali possono assumerne il ruolo, poiché le norme europee in materia fiscale e sugli aiuti di Stato limitano la capacità dei paesi di agire in modo indipendente. Ciò contrasta nettamente con l’America, dove l’amministrazione di Joe Biden sta allineando la spesa federale, i cambiamenti normativi e gli incentivi fiscali al perseguimento degli obiettivi nazionali».

 

 

«Senza azioni, c’è il serio rischio - evidenzia l’ex presidente del Consiglio - che l’Europa non raggiunga i suoi obiettivi climatici, non riesca a fornire la sicurezza richiesta dai suoi cittadini e perda la sua base industriale a favore di regioni che si impongono meno vincoli. Per questo motivo, ritornare passivamente alle vecchie regole fiscali - sospese durante la pandemia - sarebbe il peggior risultato possibile». «La risposta dell’Europa alla pandemia ha riconosciuto questa nuova realtà: è stato istituito un fondo da 750 miliardi di euro per aiutare gli Stati membri dell’Ue ad affrontare le transizioni verde e digitale. E una condizione politica necessaria affinché il quadro fiscale dell’Ue si sviluppi lungo linee più federali è che i paesi che ricevono questi fondi li utilizzino con successo», evidenzia ancora Draghi.

 

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