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Pd, anche l'ex sardina Santori si smarca da Schlein: "Io riuscivo a mobilitare di più"

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La tanto dibattuta "estate militante" professata dal Partito democratico è ormai agli sgoccioli e in molti si chiedono quali siano state le mosse strategiche messe in atto da Elly Schlein con l'arrivo del grande caldo. Intanto ieri, alla Festa nazionale dell'Unità, ha avuto luogo a Ravenna un incontro dal titolo "Partecipazione, comunicazione e formazione del nuovo Pd". Tra coloro che hanno partecipato alla discussione, non è passato inosservato Mattia Santori. L'ex sardina, ora consigliere comunale iscritto al Pd, ha ripercorso le sue "imprese" e ammesso che, sebbene l'esperienza del suo movimento di attivismo si sia conclusa in fretta, la neosegretaria dem si è "sardinizzata". 

 

 

Come si legge su Il Foglio, Mattia Santori è stato uno dei protagonisti del dibattito che si è tenuto ieri a Ravenna, nell'ambito della Festa nazionale dell'Unità. “La nostra impresa nel 2019 fu epica, poi è finita male, ma il Pd di Elly è sardinizzato”, ha affermato senza timore di smentita l'ex sardina, spiegando poi che il Partito Democratico sta cambiando e che sta seguendo le impronte lasciate dal suo movimento ittico. "Che fine hanno fatto le Sardine è una domanda che si fa da sempre, ma parte da un errore di valutazione, Le Sardine sono nate in maniera alternativa per dare una mano. Ci sono intellettuali che partecipano e ci mettono la faccia e altri che non lo fanno", ha spiegato. 

 

 

Il moderatore ha chiesto quindi a Santori di offrire dei consigli a Elly Schlein in vista delle elezioni europee. Il fondatore delle Sardine ha risposto così: "La stagione delle Sardine ha dimostrato che c'è un popolo e che quando la spinta arriva dal basso è forte. L'etichetta politica ti inquina la credibilità. Io riuscivo a mobilitare di più e avevo più presa. Bisogna avere coraggio di cambiare dei format. Quello che contesto al Pd è che ci riteniamo progressisti ma siamo uno dei partiti più conservatori nel panorama italiano. Lo vedo nei modi di fare. Ci sono circoli che faticano a cambiare modalità". Quindi ha continuato: "Noi quando abbiamo iniziato, abbiamo temuto di fare una figura di m***a. Poi è andata bene. Bisogna rischiare. Abbiamo gli strumenti per comunicare il cambiamento e accompagnarli con il contenuto". 

 

 

 

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