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Il Parlamento riapre: Ue e Ucraina i temi più caldi

Gianni Di Capua
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Suona la campanella in Parlamento. Dalla prossima settimana tornano a riunirsi la Camera e il Senato per una ripresa delle attività che si preannuncia densa di impegni. Primo giro di boa la sessione di Bilancio, con l’approvazione tassativa entro fine anno della manovra dopo che il governo avrà inviato alle Camera il Def. Prima sosta il 19 settembre, con le celebrazioni alla Camera del 75/esimo anniversario della Costituzione alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. A Montecitorio e a palazzo Madama l’aula è convocata per martedì 5 settembre, nel pomeriggio. Al Senato il fischio d’inizio è fissato alle 16,30 e l’Odg dell’aula prevede «ratifiche di accordi internazionali», come quello di collaborazione in materia radiotelevisiva fra Italia e San Marino. Alla Camera si parte sempre martedì ma alle 15, anche qui con la discussione sulla ratifica di accordi internazionali. Come quello sullo spazio aereo comune tra l’Ue e l’Ucraina firmato a Kiev il 12 ottobre del 2021. A Montecitorio, secondo il calendario messo a punto prima della pausa estiva, sono in attesa di esame provvedimenti come quello sulla prevenzione e il contrasto di bullismo e cyberbullismo e quello per la tutela delle vittime della violenza e di genere (approvato dal Senato). Ma di sicuro la Camera tornerà a scaldarsi sul salario minimo, che torna all’Odg alla scadenza della sospensiva votata prima dell’estate e con il «parere» del Cnel chiesto dalla premier Meloni dopo l’incontro con le opposizioni di inizio agosto.

 

 

Stesso discorso per il Mes: a luglio era stato votato uno stop di quattro mesi. A novembre, quindi, è atteso alla Camera il provvedimento, con il termine per la ratifica fissato al 31 dicembre. In Senato, tra le altre cose, prima dell’estate la commissione Affari costituzionali aveva approvato il Ddl sulla Commissione parlamentare di inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori, già approvato alla Camera. Ripartirà anche da palazzo Madama la discussione, che si preannuncia accesissima, sulla maternità surrogata: la pdl sul reato universale è infatti in attesa del via libera definitivo. Ma sia alla Camera che al Senato sarà nelle commissioni che l’attività parlamentare tornerà a pieno regime dalla prossima settimana. In calendario ci sono audizioni, come quella della Affari costituzionali di Montecitorio del presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia sulla separazione delle carriere. A palazzo Madama, invece, la Giustizia avrà all’Odg la riforma della Giustizia del ministro Carlo Nordio. Mentre nella Affari costituzionali riprenderà il percorso della Autonomia differenziata, sul quale l’opposizione ha promesso battaglia. Altra questione è quella dei decreti del governo che il Parlamento deve approvare pena la scadenza.

 

 

Ai Dl già «pendenti» si aggiungono quelli approvati dal governo in estate. Scade il 9 ottobre, per esempio, il Dl «Omnibus» con «disposizioni urgenti a tutela degli utenti, in materia di attività economiche e finanziarie e investimenti strategici» (comprese quelle sugli extra-margini bancari). Se ne occuperà il Senato, con probabile assegnazione in commissione Bilancio. Tra gli altri testi, il Cdm del 28 agosto ha approvato tra le altre cose il provvedimento che contiene le norme su Tim, anche questo da convertire in Parlamento. La Camera si occuperà del decreto del 10 agosto con le norme su «processo penale, processo civile, di contrasto agli incendi boschivi, di recupero dalle tossicodipendenze, di salute e di cultura nonché in materia di personale della magistratura e della pubblica amministrazione». Infine, ci sono alcuni atti del governo sui quali il Parlamento è chiamato a dare parere. Tra questi il contratto di servizio della Rai e la revisione dello strumento militare.

 

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