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Elezione del premier, giravolta di Calenda: ora si accoda a Pd e M5S

Edoardo Romagnoli
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C’è un Carlo Calenda prima del "divorzio" con Matteo Renzi e uno dopo. E spesso i due non vanno d’accordo. I rapporti fra i leader di Azione e Italia Viva sono arrivati a un punto in cui Calenda pur di non dare ragione all’ex premier sconfesserebbe anche se stesso. Come è successo sul presidenzialismo. «Il Governo sembra intenzionato a presentare una riforma istituzionale per l’elezione diretta del Presidente del Consiglio - ha detto il leader di Azione -. È una riforma sbagliata nel merito e nel metodo. Quello che non funziona in Italia è il Parlamento e il rapporto tra Regioni e Stato centrale. Sarebbe utile che il governo si concentrasse su salari, sanità e PNRR mentre le riforme istituzionali devono essere affrontate da una commissione bicamerale con poteri redigenti, cercando un accordo ampio». Peccato che il 19 agosto scorso, appena un anno fa, su Facebook caldeggiava l’elezione del «Sindaco d’Italia» per una questione di stabilità dei governi. «Il Paese ha bisogno di governi stabili ed efficienti, al servizio dei cittadini. Con il sindaco d’Italia, dopo le elezioni si sa subito chi ha vinto e chi vince governa per 5 anni».

 

 

Intendiamoci la politica è fatta di idee e posizioni che possono anche cambiare, magari per l’intervento di elementi esterni, perché cambia lo scenario o per il frutto di una profonda riflessione che ha rimesso tutto in discussione. In questo caso non si capisce bene da cosa è dato questo cambio di opinione. Troppo veloce perché si possa prendere in considerazione un cambio delle condizioni "esterne" e troppi precedenti per non sospettare che sia solo una mossa per distinguersi da Italia Viva in vista delle prossime europee.

 

 

Sul tema è intervenuta anche Maria Elena Boschi, di Italia Viva, che ha spiegato come: «L’elezione diretta del premier era nel programma del Terzo Polo, un anno fa anche Calenda lo ha firmato, e a maggio siamo andati a Palazzo Chigi a confermare la linea». Alla luce di questo "cambio di programma" sul presidenzialismo Azione in questo momento è più vicina al Pd e al Movimento 5 Stelle e Italia Viva al governo, Fratelli d’Italia in primis. Non resta che aspettare per vedere come finirà in Parlamento, sempre se non ci saranno altri ripensamenti.

 

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