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Reddito di cittadinanza, Giorgetti chiude la questione: chi può deve lavorare

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Giancarlo Giorgetti non fa il minimo passo indietro sul reddito di cittadinanza. Il ministro dell’economia, in collegamento alla festa della Lega Romagna a Cervia, si è espresso senza mezzi termini sulle proteste per l’addio al sussidio: «Il taglio sul reddito di cittadinanza è andato a finanziare la decontribuzione dei lavoratori a basso reddito, con meno di 30mila euro l’anno. L’abbiamo fatto consapevolmente salvaguardando il reddito di cittadinanza a chi se lo merita mentre quelli che sono abili al lavoro devono accettare di entrare nel mondo del lavoro posto che in tanti settori non si trova mano d’opera. L’Italia ne ha bisogno. Quelle risorse sono state messe su questa decontribuzione che vale dai 50 ai 100 euro mese per i lavoratori dipendenti a basso reddito insieme ad una limatura di adeguamento delle pensioni più alte e il ricavato è andato a favore di famiglie numerose in una logica di simmetria. Dobbiamo guardare a chi lavora e a chi si sacrifica perché il lavoro, come dice la Costituzione, è un elemento centrale. Poi è vero che non riusciamo a far incontrare domanda e offerta di lavoro... Questa è la grande scommessa che non siamo riusciti a vincere ma su cui siamo impegnati perché è la soluzione del problema».

 

 

Altro tema toccato dal vicesegretario della Lega è quello del fisco e della riforma pensata dal governo di centrodestra: «Io penso che con regole più semplici e più chiare sia più agevole non solo pagare le tasse ma anche accertare l’evasione. Quando il sistema è così complesso può solo alimentare un contenzioso tributario. È quanto accaduto in Italia negli ultimi 20 anni che – chiosa Giorgetti - ha creato un enorme contenzioso ma pochissime riscossioni».

 

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