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Emergenza caldo, Bombardieri chiede una soluzione immediata per i lavoratori

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L’emergenza caldo è diventata ormai una questione nazionale. A parlare dell’argomento è  Pierpaolo Bombardieri, segretario generale della Uil, intervistato da La Repubblica, che sviscera le tematiche relative ai termometri che schizzano verso l’alto: «Stiamo vivendo una situazione di emergenza? Sì. C’è un aumento di morti su lavoro? Purtroppo, sì. E non sono io a dirlo, ma l’Istat che certifica un incremento del 15% dei decessi. Allora bisogna trovare subito le soluzioni. Adesso, non a settembre, quando il problema sarà superato. La prima risposta per me è interrompere il lavoro quando si supera la soglia dei 33 gradi»

 

 

Insomma, fa caldo, tutti a casa? «Non per tutti. Bisogna considerare - osserva Bombardieri - quali sono le categorie più esposte. Penso agli agricoli, ai riders, ai camionisti e gli autisti, oltre a chi lavora nei cantieri edili. Penso a chi è esposto al sole. Se si superano i 33 gradi l’attività si ferma. Poi si può decidere se applicare la cassa integrazione oppure rimodulare gli orari, recuperando quello che si è perso in un altro momento. Il principio è semplice, chi presta la propria attività in alcuni comparti si deve fermare nelle ore più calde». 

 

 

Riguardo le risposte arrivate dalla ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone, Bombardieri si esprime così: «Lo verificheremo martedì, quando è stato fissato il prossimo incontro. Noi vogliamo l’automatismo. La cassa integrazione c’è già. Deve però chiederla il datore di lavoro. Ho dei dubbi che questo possa avvenire per un rider o per chi lavora nei campi. Con l’automatismo sarebbe obbligato».

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