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Migranti, Meloni torna in Tunisia per l'accordo anti-emergenza

Dario Martini
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L’atteso accordo della Commissione europea con la Tunisia per bloccare le partenze dei migranti verso l’Italia è in dirittura d’arrivo. Inizialmente l’intesa doveva essere sottoscritta a fine giugno, alla vigilia del Consiglio europeo, ma una serie di obiezioni del governo di Tunisi aveva fatto slittare la firma. Le resistenze del Paese africano sembrano ora superate, tanto che domani la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, e i premier Giorgia Meloni e Mark Rutte si recheranno a Tunisi «con l’obiettivo di finalizzare l’intesa annunciata durante la scorsa visita avvenuta l’11 giugno», come spiega la portavoce della Commissione Dana Spinant. Nel dettaglio, la parte più semplice dell’accordo prevede un finanziamento di «105 milioni euro contro il traffico di essere umani e 150 milioni di euro per sostegno immediato al bilancio del Paese». Più complicato invece il via libera al prestito da 900 milioni di euro per l’assistenza macro-finanziaria, legato a un accordo con il Fondo monetario internazionale che il governo tunisino fatica a raggiungere. «Ci stiamo lavorando e la discussione va avanti anche in questi due giorni prima della visita», spiegano fonti di Bruxelles. Nello specifico, l’ulteriore maxi prestito del Fmi ammonta a circa 2 miliardi, linfa vitale per evitare la bancarotta. Ma allo stesso tempo un modo per costringere Saied ad attuare quelle riforme fortemente osteggiate da Tunisi. In un incontro del 25 giugno scorso con la direttrice del Fmi, Kristalina Georgieva, Saied ha parlato di «condizioni inaccettabili» capaci di «pregiudicare la pace civile».

 

 

Il memorandum che sarà sottoscritto domani è comunque un significativo passo in avanti nel contenimento delle partenze dei barconi, visto che la Tunisia ha da tempo scavalcato la Libia come principale paese da cui salpano i migranti diretti in Europa. «L’accordo che sarà firmato a Tunisi dimostra l’impegno del nostro Paese per la stabilità del Mediterraneo», spiega il ministro degli Esteri Antonio Tajani, esprimendo la propria soddisfazione per «l’importante» missione Meloni-Rutte-von der Leyen. I tre leader incontreranno il presidente tunisino Saied per licenziare un accordo che, sottolinea Tajani ringraziando le diplomazie per il lavoro svolto, «permetterà alla Tunisia, anche grazie all’impegno italiano, di essere protagonista nella lotta contro il traffico di migranti» e avviarsi verso un percorso di stabilità e crescita. «Dobbiamo - aggiunge il titolare della Farnesina - far in modo di lavorare tutti insieme per evitare che il Sud del mondo si allontani dai noi».

 

 

Intanto, proprio ieri, l’agenzia europea per il controllo delle frontiere Frontex ha diffuso gli ultimi dati sui flussi migratori irregolari che hanno già sfondato quota 132mila, il totale più alto per la prima metà dell’anno dal 2016 e il 10% in più rispetto a un anno fa. Inoltre, «il Mediterraneo centrale - sottolinea l’agenzia - rimane la principale rotta migratoria verso l’Ue, rappresentando quasi la metà di tutti i rilevamenti alle frontiere dell’Ue nel periodo gennaio-giugno. Il numero di rilevamenti è salito a quasi 65.600, il dato più alto su questa rotta per questo periodo dal 2017 e quasi il 140% in più rispetto a un anno fa». L’agenzia ricorda infine che gli scafisti «offrono prezzi più bassi per i migranti in partenza dalla Libia e dalla Tunisia in mezzo a una feroce concorrenza tra i gruppi criminali».

 

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