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Berlusconi, “tesi folle e fuori dal mondo”. Renzi difende il Cav e si scaglia contro i magistrati

Christian Campigli
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Rispetto, stima e continuità politica. Matteo Renzi torna a parlare di Silvio Berlusconi. Il leader che, pur dalla parte opposta della barricata, è stato quello più vicino al nativo di Rignano. Nella sua e-news, il fondatore di Italia Viva si avventura in un nuovo, cocente battibecco con la magistratura. "La Procura di Firenze guidata da Luca Turco ha lavorato per ore e ore sulla tesi di Berlusconi aiutato dalla mafia con le stragi del 1993: per me questa tesi è folle". Parole al vetriolo, quelle usato dall'ex Presidente del Consiglio. "Dopo di che qualcuno crede che Berlusconi volesse far saltare in aria Maurizio Costanzo perché egli parlava male della mafia peraltro su Canale 5? Penso che siamo fuori dal mondo. Ma ove volessimo accedere a questa tesi assurda Berlusconi non aveva bisogno del tritolo, poteva cambiare i palinsesti; la Tv da cui Costanzo attaccava la mafia era la Tv di Berlusconi". 

 

 

Il senatore toscano ha poi affrontato uno dei temi caldi del momento: la riforma della giustizia. "Qual è la vera separazione delle carriere che voglio? Quella tra magistrati bravi che devono andare avanti e che meritano rispettano e magistrati ideologici che non possono fare danni al nostro Paese. Per questo lotto: perché ci sia il merito dentro la magistratura. E se devo pagare un prezzo personale, lo pago a testa alta. Ma non chiedetemi di diventare un codardo o un ipocrita. Non lo sono mai stato fino ad oggi, non inizierò adesso". 

 

 

Le osservazioni dell'ex sindaco di Firenze si spostano infine sul salario minimo. "Non abbiamo votato per motivi politici, come abbiamo già spiegato più volte: noi non siamo alleati di Salvini e Meloni e non siamo alleati di Schlein e Conte. Dunque votiamo le leggi che ci convincono, chiunque le proponga, stando al merito ma senza trasformare queste leggi in bandiere della maggioranza o delle opposizioni. Nel merito poi questa legge sul salario minimo è molto diversa da quella che avevamo immaginato noi dopo il JobsAct, Industria 4.0 e dopo tutte le nostre misure sul lavoro. Faremo emendamenti e cercheremo di migliorare un testo che secondo Landini è l’inizio della rivoluzione sul lavoro. Per me non è così - conclude Matteo Renzi - penso che sarebbe meglio concentrarci come stiamo facendo noi sulla partecipazione dei lavoratori agli utili aumentando gli stipendi al ceto medio. E gli stipendi al ceto medio in questi anni li abbiamo alzati in modo serio solo noi".

 

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