Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Elly Schlein, crollo nei sondaggi. Pd allo sbando: ormai è sotto il 20 per cento

Esplora:

Christian Campigli
  • a
  • a
  • a

Una linea Maginot. Che divide una ripresa, seppur ardua, dal baratro dell'inconsistenza. E disegna un futuro tutt'altro che roseo per il Partito Democratico e per il suo segretario. Dopo le feroci critiche del governatore della Campania, Vincenzo De Luca, ieri è giunta un'altra mazzata sul gracile collo di Elly Schlein. Secondo la rilevazione dello studio Ipsos, se si votasse domani alle politiche i Dem si attesterebbero solo al 19,4% dei consensi. Sotto lo psicologico venti per cento. In caduta libera, dopo aver perso un punto percentuale esatto in appena trenta giorni. Chissà, forse l'estate militante annunciata ai quattro venti dalla nativa di Lugano non ha incontrato le simpatie dei nipotini di Karl Marx.

 

Forse, ma è solo un'ipotesi, se invece di santificare ad ogni occasione l'Unione Europea, chiudere i centri cittadini a chi non può permettersi un'automobile di ultima generazione e invocare ulteriori aumenti delle tasse, la sinistra si fosse occupata (davvero) di lavoro e di case popolari alcuni elettori sarebbero magari tornati all'ovile. Quello che i festanti tromboni progressisti avevano ribattezzato (con la solita melassa di irreale ottimismo) "l'effetto Schlein" non è mai esistito. O, nella migliore delle ipotesi, si è esaurito in appena sei mesi. Perché, se è vero che il Partito Democratico aveva toccato il 24%, è altrettanto indiscutibile che alle urne aveva perso.ì Ovunque e senza appello. E non va poi dimenticato che, come hanno più volte ricordato tutti i più importanti sondaggisti, quel più 5% era il frutto anche di un'esposizione mediatica quattro, cinque volte superiore alla media.

 

In concomitanza con le primarie e con la sorprendente sconfitta di Stefano Bonaccini. Complicato elencare tutti i motivi di questa disfatta. Nel Vecchio Continente spira un vento conservatore. Questo è indubbio. Una voglia di nazioni che rivendichino, con orgoglio, il diritto-dovere di difendere i propri confini nazionali. Senza aver l'obbligo di accogliere anche gli immigrati economici. Stati che, al tempo stesso, siano in grado di offrire le condizioni adeguate alle giovani coppe che vogliano mettere al mondo dei figli. Ma gli insuccessi del Pd vanno anche ricercate nel contesto Italiano. Non si può negare che al Nazareno le correnti, se possibili, siano aumentate. Non vi è alcuna unità di intenti e, anzi, la linea del neo segretario inizia a creare numerosi mal di pancia. Non convince la strategia delineata da Elly Schlein, carente nei contenuti e mediaticamente di una debolezza sconcertante. Ma, ancora di più, non persuade affatto la porta in faccia chiusa con vigore al Terzo Polo e, al contrario, i ponti d'oro eretti per andar incontro all'alleato designato dal primo momento: l'avvocato del Popolo, Giuseppe Conte. In molti, tra idem, hanno considerato spregevoli le parole di Beppe Grillo, quando ha evocato le brigate del reddito. Va detto che i Cinque Stelle, in un mese, sono passati dal 15% al 16,2%. Hanno guadagnato oltre un punto percentuale e si sono avvicinati, pericolosamente, ai dem. Un ulteriore problemi in vista delle prossime, decisive, elezioni europee. 

Dai blog