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Meloni lancia la naja volontaria. Addestramento di 40 giorni

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Christian Campigli
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L'amore per la patria. L'orgoglio di indossare una divisa. La responsabilità di difendere l'onore e i confini del nostro Paese. Concetti che la sinistra da caminetto ha sempre visto come il fumo negli occhi. Priorità imprescindibili per chi ha il cuore che batte a destra. Giorgia Meloni dimostra che il tempo di subire passivamente l'egemonia culturale dei progressisti è terminato. E che non esistono più tabù inviolabili. Ieri mattina il Presidente del Consiglio ha assistito alla sfilata degli Alpini, a Udine. E in quell'occasione ha rivendicato l'orgoglio di essere Italiani. «La cosa importante che questa nazione ha la consapevolezza di se stessa, del suo valore del suo legame con il principio dell’appartenenza e della patria. E se c’è un posto dove questo si respira è qui. Nel giorno della festa della Mamma, dopo la mamma ci sono gli Alpini come famiglia: non si poteva mancare».

Un concetto perentorio, quello espresso dal segretario di Fratelli d'Italia, che si è presentato sul palco d'onore indossando il cappello con la ‘penna bianca’. Accanto a lei anche il Ministro della Difesa, Guido Crosetto. Il Premier non si è accontentato e ha lanciato, sul tavolo del dibattito pubblico, una nuova proposta. «Il ripristino della naja è un tema che si può affrontare come ipotesi volontaria, alternativa al servizio civile. Quello secondo me è l'approccio giusto». Un tema che ha subito stuzzicato il Presidente del Senato. «L’addestramento in tre settimane non ci può essere, ma se lo portiamo a 40 giorni, che è il tempo con cui una volta il Car preparava la base di addestramento dei militari, allora 40 giorni potrebbero essere una legge che consente a chi lo vuole volontariamente di partecipare alla vita delle forze armate».

Ignazio La Russa ha ricordato un disegno di legge che aveva fatto approvare quando era Ministro della Difesa, la cosiddetta mini naja, e ha spiegato che i Senatori di maggioranza ne stanno preparando uno simile. «L’obiettivo è rimpinguare anche le associazioni d’arma, che senza la leva vanno naturalmente invecchiando fino a esaurimento, e nello stesso tempo consentire a tanti giovani che lo desiderano di far parte delle forze armate, esprimere il loro desiderio di onorare la patria con un servizio quanto meno di un certo breve periodo di tempo su base volontaria». Immancabile, come da copione, la stroncatura della sinistra. Che da sempre bolla quel servizio al proprio Paese non come un'opportunità di crescita per i giovani, ma come un inutile supplizio.

«Mentre gli studenti protestano per il caro affitti, i lavoratori lamentano salari drammaticamente bassi, il mercato del lavoro è bloccato, i ricercatori vedono diminuire sempre più i fondi destinati alla ricerca, quale idea migliore se non quella di rilanciare, come fa Meloni, la leva militare? Così dovremmo impiegare uomini dell'esercito per un finto addestramento ai volontari, spendere soldi per produrre munizioni e divise usa e getta. Un folle spreco di risorse pubbliche - ha ribadito il segretario di Più Europa, Riccardo Magi - Più che avventurarsi in queste proposte finto nazionalistiche, Meloni spinga perché si formi un vero e proprio esercito europeo»

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