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“Democratici” addio: il Pd svolta sempre più a sinistra, terremoto al Parlamento Ue

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Un altro terremoto è pronto a sconvolgere il Pd. Ad accendere la miccia ci ha pensato il senatore dem Filippo Sensi, che ha espresso tutte le proprie perplessità in un commento su Twitter a proposito dell’ultima novità che riguarda la sinistra: “Non ho titolo, se non il mio pensiero. Ma se, come leggo, il nostro gruppo europeo, il partito nel quale siamo entrati nel 2014, perdesse il connotato democratico e restasse solo socialista sarebbe un grave, imperdonabile errore. Mi auguro che il Pd si batta su questo”.

 

 

A chiarire ancor di più la vicenda c’è l’intervento sui social dell’ex capogruppo dem Andrea Marcucci, consigliere della fondazione Einaudi: “È una piccola notizia che spiega meglio di altre i cambiamenti che sono intervenuti in questi mesi. La famiglia europea di cui faceva parte il Pd si è chiamata fino ad oggi ‘gruppo dell’Alleanza progressista di Socialisti e democratici al Parlamento europeo (Gruppo S&D)’. Da domani sarà invece ‘gruppo del Partito del socialismo europeo (gruppo Pse)’. In pratica scompare la dizione Democratici, perché la specificità che portava il Pd nel frattempo è venuta meno. Ora prevale la spinta identitaria. Quello che sta accadendo - commenta Marcucci - mi conferma sempre di più nella scelta di aderire a LDE Liberali Democratici Europei per costruire un’area liberale in Italia e in Europa, nel solco di Renew Europe. Tocca ai libdem creare le condizioni perché l’Europa non scivoli nei populismi e nei sovranismi. Ci saremo nelle forme e nei modi che saranno possibili e aperti ai contributi di altre culture, ma la stella polare resta la federazione liberaldemocratica”. Una nuova grana da gestire per la segretaria Elly Schlein, prima portatrice della bandiera che fa svoltare a sinistra il Pd.

 

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