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Elly Schlein rilancia la cara vecchia patrimoniale: colpire rendite e immobili

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Christian Campigli
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Favorire chi si impegna, produce e lavora con costanza e dedizione. Mettere, seppur tra mille difficoltà di bilancio, più denaro nelle tasche degli italiani. Nel tentativo di aumentare i consumi e, con essi, promuovere un circuito virtuoso dell’economia, indispensabile per uscire dal pantano della recessione. Il governo di centrodestra vara un decreto lavoro (finalmente) di prospettiva, che cerca di smontare l’assunto di uno Stato parassita che chiede e nulla dà in cambio. Una (piccola) rivoluzione liberale, che la sinistra, in uno stonato coro unitario, cerca di smontare con soluzioni alternative che hanno un minimo comune denominatore: aumentare le tasse. In prima fila, in questo attacco, il neo segretario del Partito Democratico, Elly Schlein.

«Il decreto è una provocazione insopportabile. Ruba il futuro alle prossime generazioni ed è una sentenza di condanna alla precarietà. Il taglio del cuneo è nettamente insufficiente. Chiediamo di fissare un salario minimo, una soglia sotto la quale non si possa chiamare lavoro quel che è sfruttamento. La nostra proposta riconosce a tutti il trattamento economico complessivo dei contratti collettivi più rappresentativi e al contempo chiede di condividere con le parti sociali una soglia minima legale di 9 euro e 50», dice in un’intervista a La Stampa.

La leader Dem chiede maggiore coraggio al governo, un taglio delle imposte sul lavoro maggiore e una legge sul salario minimo. Due idee che, in una sorta di magico gioco delle tre carte, dovrebbero essere finanziate non con un taglio degli sprechi, della burocrazia o attraverso la chiusura dei molti enti inutili, ma con un innalzamento delle imposte. In particolar modo, nei confronti della middle class. «Una vera riduzione delle tasse sul lavoro non può che avvenire attraverso un tabù della destra: il riequilibrio della distribuzione del prelievo fiscale complessivo e una vera lotta all’evasione. Il governo, aumentando la soglia del contante, strizzando l'occhio a chi evade con i condoni, sta facendo il contrario. L’idea di abbassare le tasse a tutti nasconde la volontà di abbassarle ai ricchi facendo mancare le risorse e i servizi ai poveri. Questo esecutivo non fa nulla sulle rendite finanziarie e immobiliari, che sono tassate meno di chi lavora o fa impresa».

Detto in parole povere, la solita vecchia ricetta della patrimoniale. Colpire senza pietà chi, con sacrificio, ha risparmiato qualche euro e si è potuto comprare una seconda casa. Sulla quale, per altro, vi sono già oggi tasse altissime. Un appartamento che viene acquistato a 175mila euro, costa al neo proprietario oltre novemila euro solo di tasse. Una follia che, evidentemente, non è sufficiente per Elly Schlein. Sulla stessa linea anche Giuseppe Conte. Il leader di Cinque Stelle attacca il governo,reo secondo "l’avvocato del popolo", di aver modificato la legge simbolo dei grillini: il reddito di cittadinanza. «Siamo oltre alle politiche conservatrici, alla restaurazione più becera. Si uccidono i sogni dei giovani, i progetti di vita che vorrebbero coltivare progettando una casa e mettendo al mondo figli. Si smantella il rdc, si interviene a culminare quella guerra santa per criminalizzare i poveri, come se la povertà fosse una colpa che non si può perdonare».

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