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Renzi “scippa” Borghi al Pd e i dem rosicano: amareggiati e delusi

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È arrivato il primo ingresso di «peso» in Italia Viva. È il senatore Enrico Borghi che lascia il Partito Democratico per accasarsi con Matteo Renzi. Una scelta che ha fatto infuriare in molti in casa dem che adesso chiedono a Borghi di lasciare il Copasir. «La mia è una scelta che nasce da una parte da una constatazione e dall’altra da un’analisi. La constatazione oggettiva è che la notte del 26 febbraio il Pd ha fatto una mutazione genetica che non risponde più all’originaria pulsione che portò tanti di noi a pensare che quel progetto potesse essere il partito del nuovo secolo, come immaginavamo allora. Non posso non prendere atto di questa mutazione genetica. La seconda questione è l’analisi della dinamica politica in corso in questo Paese. Credo che il paese abbia bisogno di qualcosa di diverso di un derby tra una destra massimalista che fatica a farsi conservatrice e una sinistra identitaria che fatica a farsi maggioritaria». Con l’arrivo del senatore dem le fila del gruppo di Italia Viva a Palazzo Madama arriva alla fatidica quota 6, numero minimo necessario per creare un gruppo indipendente al Senato.

 

 

Anche se Renzi dichiara che non ha intenzione di sciogliere i gruppi parlamentari con Calenda. Ergo il Terzo Polo, con Italia Viva e Azione separati in casa, rimane unito sia alla Camera che al Senato. «Il progetto riformista cresce, ci conosciamo da tempo e lo stimo - ha dichiarato Renzi -. Sono felice che le nostre strade tornino a incrociarsi oggi. È un progetto che serve all’Italia». Il Pd quindi continua a perdere pezzi e le dichiarazioni rilasciate dalle truppe dem rivelano un certo nervosismo per il cambio di casacca di Borghi. «Un gesto di gravità inaudita. Quel che afferma sulla segreteria del Pd somiglia in modo inquietante alla caricatura che ne fanno gli ambienti di destra e non ha alcuna corrispondenza con la realtà dei fatti. Poi Borghi viene meno sia all’impegno assunto appena pochi mesi fa coi nostri elettori alle elezioni politiche, con gli elettori che hanno votato alle primarie del Partito democratico e con tutta la comunità democratica» ha tuonato Marco Meloni.

 

 

Il capogruppo al Senato Francesco Boccia si è detto «amareggiato sul piano personale e deluso sul piano politico. Ovviamente oggi ci ho parlato e gli ho chiesto formalmente di lasciare il Copasir perchè in organismi come quelli ci si sta in rappresentanza di un partito e non a titolo personale». Ipotesi che Borghi rimanda al mittente: «Ci sono delle pressi parlamentari che regolano questa vicenda e sono molto precise e puntuali». Renzi però rilancia e a chi gli chiede previsioni su nuovi fuoriusciti dal Pd risponde: «Chi sarà il prossimo? Non lo so. Ci sarà un prossimo? Sì. Ma io faccio politica, non lo dico per noi. Il Pd perderà dei pezzi? Scommetterei che il prossimo non lo perde in direzione di Italia viva o Azione o Terzo polo».

 

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