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Festa del 25 aprile, Giorgia Meloni celebra il giorno della Liberazione

Pietro De Leo
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Non c’erano grossi dubbi, ma il castello di figurine inesistenti costruito dalla sinistra alla vigilia del 25 Aprile non si è tenuto in piedi. E la realtà dei fatti certifica un centrodestra di governo pienamente partecipe alla Festa della Liberazione, consapevole del valore della Libertà come funzione unificante. E, in questo centrodestra, una destra del tutto svincolata da vecchi retaggi di nostalgie fasciste. Quanto la libertà sia principio fondante lo aveva sottolineato, già l’altra sera, il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi. In una nota diffusa dalla sua degenza ospedaliera ricordava il tentativo di superare le contrapposizioni che lui mise in campo celebrando a Onna, nel 2009, il 25 Aprile. Un obiettivo che è stato ricordato dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in una lettera pubblicata al Corriere della Sera. Quello esternato da Berlusconi nel 2009, scrive Giorgia Meloni, è un auspicio «che non solo condivido ma che voglio, oggi, rinnovare, proprio perché a distanza di 78 anni l’amore per la democrazia e per la libertà è ancora l’unico vero antidoto contro tutti i totalitarismi». Nella stessa missiva, peraltro, la premier scrive parole inequivocabili sul Ventennio: «Da molti anni e come ogni osservatore onesto riconosce i partiti che rappresentano la destra in Parlamento hanno dichiarato la loro incompatibilità con qualsiasi nostalgia del fascismo». Un passaggio che non lascia spazi ai dubbi e alle strumentalizzazioni. Così come l’atteggiamento di tutto il centrodestra all’Esecutivo e nelle Istituzioni.

 

 

 

Il Presidente del Senato Ignazio La Russa, al centro di polemiche dei giorni scorsi, ha un’agenda molto fitta: la mattina c’è anche lui all’Altare della Patria insieme al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al presidente del Consiglio Giorgia Meloni e alla Terza Carica dello Stato Lorenzo Fontana. Poi, in giornata vola a Praga, dove rende omaggio in piazza San Venceslao al monumento dedicato a Jean Palach, martire della protesta antisovietica che sacrificò la sua vita per la lotta al comunismo. Così come rende omaggio alle vittime nel campo di concentramento nazista a Terezin: una corona di fiori e cinque farfalle gialle, simbolo di libertà per commemorare i bambini vittime di quella barbarie. Tornando in campo governo, il vicepremier Matteo Salvini, tenendo fede agli intendimenti, fa tappa al cimitero americano di Firenze. A quanti vi sono sepolti, «e agli Alleati che hanno dato un apporto decisivo alla Liberazione dal nazifascismo va la nostra eterna riconoscenza». Il vicepresidente Antonio Tajani arriva invece al Mausoleo delle Fosse Ardeatine: «Siamo qui - osserva - perché questa è la commemorazione della giornata della liberazione dal nazifascismo. Questo non è il luogo dove fare polemiche ma dove difendere valori e rispettare il dolore delle famiglie». Adolfo Urso, ministro dello Sviluppo Economico ha invece partecipato alla cerimonia tenuta dalla Comunità ebraica di Roma, a Porta San Paolo. Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha partecipato ad alcune iniziative a Milano: «Noi celebriamo la Liberazione, ma è anche una grande festa di democrazia e di libertà», ha detto. Il titolare della Cultura Gennaro Sangiuliano è stato a Napoli, alla stele dedicata a Salvo D’Acquisto. Insomma, in questa sintesi d’agenda governativa si riassume il pieno senso di partecipazione del centrodestra al significato (quello autentico) del 25 aprile.

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