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Luigi Di Maio, storia di un miracolato: dallo stadio al Golfo Persico

Christian Campigli
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L'ultimo degli immortali. Abile nel raccattare un ruolo di primo piano, nonostante una sonora sconfitta politica.
Attaccato alla poltrona come il più indomito dei democristiani. Luigi Di Maio è la dimostrazione plastica che, nel nostro Paese, se riesci a mettere un piedino dentro i meandri del potere una prima volta, poi campi di rendita per il resto della tua vita.

Nato ad Avellino il 6 luglio del 1986, cresce a Pomigliano d'Arco, popoloso paese in provincia di Napoli. È il primogenito di Antonio, imprenditore edile e di Paola, insegnante di italiano e latino. Nel 2004 termina il liceo classico e si iscrive prima alla facoltà di ingegneria, e poi al corso di giurisprudenza. Ma, in entrambi i casi, non riuscirà a terminare il percorso di studi e a laurearsi. Ma le idee non mancano al giovane Luigi. Nel 2006 fonda il sito "studentigiurisprudenza.it" e, l'anno successivo, viene eletto presidente del Consiglio degli Studenti. Lo sport è una sua grande passione, e mentre scrive di calcio per il portale “La Provincia”, è solito arrotondare come steward allo stadio San Paolo di Napoli.

 

Un nomignolo, quello di “bibitaro”, che lo accompagnerà per tutta la sua carriera politica. Ma non basta. Il giovane Luigi è inquieto, non riesce a trovare la sua strada e alterna queste due attività con quelle di tecnico informatico, assistente alla regia, agente di commercio, cameriere e manovale per l'azienda di famiglia. Viene folgorato sulla strada di Damasco quando ascolta, per la prima volta, un discorso di Beppe Grillo. Alle elezioni comunali del 2010 il giovane Luigi si presenta per i Grillini, a sostegno del candidato sindaco Luca Errico. Ma si sa, la strada per il successo è costellata anche di fallimenti: ottiene solo 59 preferenze e non viene eletto. Di Maio non molla di un centimetro, convinto che quel comico dalla parlantina così tagliente lo porterà nell'Olimpo, nel centro nevralgico del potere. Nel 2013 viene candidato per le politiche alla Camera dei Deputati e, finalmente, viene eletto.

 

La scalata verso il trionfo è solo all'inizio: il 21 marzo diventa Vicepresidente della Camera dei Deputati. È il volto pulito, elegante e presentabile dei Cinque Stelle. Insieme ad Alessandro Di Battista forma una coppia indissolubile. All'interno della quale ognuno ha il suo ruolo, quello di poliziotto cattivo il Che Guevara di Roma Nord, quello di poliziotto buono Luigi da Pomigliano d'Arco. Nel 2017 diventa il capo politico del Movimento e, l'anno successivo, il suo partito ottiene alle elezioni un clamoroso 32,68%. In quei giorni, il giovane Luigi regala delle perle rimaste indelebili nella memoria degli Italiani. Nelle convulse settimane successive al voto, Sergio Mattarella.

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