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Il Pd di Schlein? Nel segno della sinistra arcobaleno: "Meloni come Orban"

Christian Campigli
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Un attacco chiaro, netto, senza mezzi termini al Presidente del Consiglio. Un percorso, quello del nuovo Pd targato Elly Schlein, che vuol andare ad  ampliare la propria base elettorale partendo dai diritti sociali. Una visione del mondo completamente antitetica a quella dell'esecutivo di centrodestra. “Il governo Meloni si conferma alleato di Orban: con il ricorso della Commissione Europea contro la legge ungherese che discrimina le persone Lgbtq+ si sono schierati 15 paesi dell’Unione, tra questi non c’è l’Italia. Negli anni passati il nostro Paese si è sempre posizionato in Europa dalla parte dell’avanzamento dei diritti, per questo incalzeremo il governo affinché cambi posizione, non ci lasceremo orbanizzare senza reagire”. È questo il testo del tweet pubblicato quest'oggi da Brando Benifei, capodelegazione Pd in Ue.

 

Sul tema, diventato centrale nel nuovo corso della sinistra italiana (sostituendo, de facto, il lavoro e la difesa dei dipendenti) è intervenuta anche la senatrice dem Valeria Valente. “Su omosessualità, aborto, diritti civili, l’Italia non merita di sedere con l’Ungheria di Orban anziché tra gli Stati pilastri dell’Unione europea che incarnano e difendono la democrazia e i suoi valori nel mondo”.

 

Le fanno eco le componenti dell'intergruppo per la tutela e la promozione dei diritti delle persone Lgbtiq+ Alessandra Maiorino, Alessandro Zan, Chiara Appendino, Anna Bilotti, Laura Boldrini, Anna Laura Orrico, Bakkali Ouidad, Carmen Di Lauro, Cecilia D'Elia, Dolores Bevilacqua, Elisa Pirro, Emma Pavanelli, Fabrizio Benzoni, Federica Onori, Gilda Sportiello, Giorgio Fede, Giulia Pastorella, Ilaria Cucchi, Ivan Scalfarotto, Marco Pellegrini, Rachele Scarpa, Riccardo Magi, Sabrina Licheri, Stefania Ascari, Susanna Camusso, Michele Fina, Barbara Floridia, Antonio Nicita, Andrea Quartini, Silvia Roggiani. “L’Italia è l'unico paese fondatore dell’Unione a non schierarsi dalla parte dei diritti, allontanandosi così dalle tradizionali alleanze e scegliendo un'incomprensibile vicinanza al blocco di retroguardia dell’Unione Europea. La strada ultra oscurantista imboccata dal governo Meloni non può che suscitare preoccupazione, non solo riguardo ai diritti delle persone Lgbtq+ nel nostro Paese, ma al generale indirizzo politico intrapreso”. 

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