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Schlein, il Pd trema sui capigruppo. La segretaria tira dritto: i nomi non cambiano

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"Il clima è cambiato intorno al Pd in queste settimane", nelle piazze e nell'opinione generale. Lo testimoniano "le 16mila nuove tessere" arrivate al Nazareno così come i sondaggi, "anche se li prendiamo con le pinze". Elly Schlein riunisce per la prima volta i gruppi parlamentari Pd da quando è stata eletta segretaria e prova a coinvolgere tutti nel momento di 'rinascita' che il partito vive grazie alla sua vittoria alle primarie:  "Vorrei che tutti insieme consolidassimo questo momento per rafforzare il Pd", è l'invito. La leader dem chiarisce subito che l'incontro sarà focalizzato sulle priorità dell'attività politica e parlamentare, mentre la questione degli assetti è rimandata. La segretaria non fa nomi, anche se tutti ormai conoscono le prossime mosse.

Stamattina, con le due assemblee separate, sarà la giornata delle dimissioni ufficiali di Debora Serracchiani e Simona Malpezzi, poi verranno raccolte le firme per chiara Gribaudo alla Camera e Francesco Boccia al Senato e, salvo colpi di scena, saranno eletti per acclamazione. Certo le frizioni interne non mancano.

"Abbiamo dei nodi politici importanti davanti a noi, questo è innegabile - ammette Schlein - Vorrei che provassimo a scioglierli insieme, salvaguardando fra di noi la chiarezza".  L'assemblea va avanti per oltre quattro ore. Gli interventi che si susseguono non tradiscono alcuna volontà di rottura, nemmeno da parte di Base riformista: "Bisogna stare attenti sulle riforme costituzionali", si accredita Dario Parrini. Parla di Mes e Ue Piero De Luca. Consigli schietti arrivano da due veterani come Piero Fassino e Gianni Cuperlo. "Condivisione non è spartizione. Chi ha interesse a tenere un partito unito è chi lo dirige. Per unire un partito avrai bisogno di essere generosa perché questo aumenta credito e capacità di unire", avvisa Fassino. 

"Mi auguro che le scelte sugli assetti siano espressione delle scelte politiche che dovremo fare. Ci sono due condizioni: non bisogna ricercare falsi unanimismi, non premiare facili trasformismi e invece premiare un pluralismo che non sia figlio della cattiva prassi di transitare da un ruolo all'altro. Vanno premiate vere novità", incalza Cuperlo.

In ogni caso anche l'accordo sulla segreteria, che dovrebbe essere varata in settimana, dovrebbe essere in dirittura d'arrivo. I fedelissimi della segretaria sono al momento tutti confermati. Marco Furfaro potrebbe essere scelto quale vicesegretario, l'ex sindaca di Crema Stefania Bonaldi sarebbe pronta per la delega agli enti locali e poi ancora spazio per  Alessandro Zan e Marta Bonafoni. I bonacciniani premono per portare a casa oltre a un vicesegretario altri tre componenti, "così da rispettare gli equilibri dei gazebo". I nomi in campo restano quelli del senatore Alessandro Alfieri, della deputata Simona Bonafè e di Davide Baruffi, braccio destro di Bonaccini sin dalla campagna congressuale.  In quota sinistra dems, oltre a Marco Sarracino all'organizzazione dovrebbe esserci Antonio Misiani all'Economia, mentre è in corso un'interlocuzione tra Schlein e Peppe Provenzano che, raccontano "si è messo a disposizione senza puntare i piedi". Tra i neoulivisti si fanno i nomi di Marco Meloni, Antonio Nicita e Lorenzo Basso.

Schlein, in ogni caso, preferisce segnare la rotta sul lavoro da fare in Parlamento: salario minimo, sicurezza sul lavoro, sanità pubblica sono le battaglie da fare insieme alle altre opposizioni. Un avviso forte al Governo su migranti e diritti, specie quelli dei bambini che "stanno subendo un attacco terrificante da parte della destra". E poi, una postilla finale, niente affatto morbida, sulla Rai:  "Mi pare che il governo stia cercando di metterci un po' troppo le mani".

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