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Migranti, armi e Mes. Meloni smonta le “falsità” delle opposizioni

Edoardo Romagnoli
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Dopo l’approvazione del Senato anche la Camera dà il via libera alla risoluzione di maggioranza in vista del prossimo Consiglio europeo. Sono stati respinti i testi presentati dal Movimento 5 Stelle, dal Partito democratico e dall’Alleanza verdi-Sinistra italiana. Respinto anche il testo del Terzo polo fatta eccezione per l’impegno a non escludere l’energia nucleare dalle tecnologie green. Quella di ieri a Montecitorio è stata una discussione accesa con le opposizioni, M5S in primis, sugli scudi. Le critiche convergono sui soliti temi: il governo responsabile dei morti di Cutro, contrario all’elettrico e quindi al futuro, miope nel mancato utilizzo dei soldi del Meccanismo europeo di stabilità (Mes) e complice di una corsa agli armamenti in Ucraina. Oltre alla questione sulla presunta spaccatura della maggioranza sulla guerra. Critiche a cui Meloni ha risposto punto per punto, con una premessa: «Ho sentito una grande quantità di cose false in questo dibattito, ma la considero una buona notizia. Quando si ha bisogno di dire cose non vere evidentemente non si ha molto da dire su quello che vero è». Alle accuse su Cutro il presidente del Consiglio decide di rifarsi ai numeri. Secondo l’Unhcr «dal 2013 al 2023 ci sono stati 25.692 morti nel mar Mediterraneo», il governo guidato da Meloni ha salvato «il maggior numero di persone in rapporto agli sbarchi», sono 36.530 le persone salvate dall’insediamento di questo esecutivo. Un impegno, quello della Guardia costiera italiana, rimarcato anche dalla commissaria europea agli Affari interni Ylva Johansson. «Nello stesso fine settimana della tragedia di Cutro hanno salvato 1.300 persone» ha detto. La soluzione per affrontare il problema passa per gli accordi con i Paesi del Nord Africa, che prevedono anche degli investimenti in loco, una iniziativa comune per un’accelerazione dei rimpatri e un blocco navale in accordo con gli altri Paesi membri e con le autorità dei Paesi da cui partono i migranti.

 

 

Per il Pd in aula parlano solo Piero De Luca e Marianna Madia. E proprio a De Luca, che accusava il governo di una violazione delle norme internazionali con la «protezione speciale», Meloni ha spiegato: «Temo che debba meglio documentarsi, perché è esattamente il contrario. Negli altri paesi europei esiste la Convenzione di Ginevra e in aggiunta la protezione sussidiaria dell’Ue», mentre in Italia ci sono anche la protezione speciale e umanitaria. Sul capitolo politiche ambientali europee si consuma una delle scenette più divertenti con Angelo Bonelli che mostra dei sassi che aveva preso «andando a piedi nel bel mezzo del fiume Adige» per parlare del problema siccità. Un’accusa a cui il presidente del Consiglio risponde stupita: «Presumo che lei non voglia dire che in cinque mesi ho prosciugato l’Adige; neanche Mosè». Risate in aula. Sull’Ucraina dai banchi del M5S l’onorevole Elisa Scutellà intima al governo di fermarsi. «Penso dovrebbe dirlo a Putin - le risponde Meloni - Mi fa specie che lo dica a noi perché questo vuol dire consentire l’invasione».Nei loro interventi i grillini si concentrano sulla difesa del premier Conte e del superbonus che avrebbe «anticipato la direttiva case green» sostiene Agostino Santillo. Una tesi che non convince il presidente del Consiglio che ricorda come il provvedimento abbia «lasciato un buco nelle casse dello Stato un buco di 40 miliardi per efficientare meno del 4% degli edifici» una misura «per aiutare le banche a lucrarci sopra».

 

 

Duro Giuseppe Conte che ha accusato Meloni di voler portare «l’Italia in guerra con piglio coraggioso» per poi rispondere alle accuse che la premier gli aveva rivolto in Senato quando disse che si sarebbe dimessa «piuttosto che presentarmi al cospetto di un mio omologo europeo con i toni con i quali Conte andò da Angela Merkel». Il leader pentastellato ha rivendicato che il suo «governo è andato in Europa e ha riportato 209 miliardi, lei non ha portato nulla». Le opposizioni hanno evidenziato l’iniziale assenza, dai banchi del governo, dei ministri leghisti. Assenza poi colmata dall’arrivo del titolare dell’Istruzione Valditara. Nel frattempo Giorgia Meloni continua i lavori in preparazione del Consiglio europeo. Per questo ieri ha parlato con il primo ministro della Repubblica di Polonia, Mateusz Morawiecki.

 

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