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L'unione Pd-M5S si celebra in nome dell'antifascismo: abbraccio tra Conte e Schlein

Christian Campigli
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Un corteo per officiare un matrimonio politico che tutti, a sinistra, attendono con ansia. Un serpentone per dire no alla violenza e, soprattutto, al ritorno del «rigurgito fascista». Un mantra che, nelle intenzioni dei progressisti, potrà riportare donne e uomini, ragazzi e anziani alle urne. Ieri pomeriggio il centro di Firenze è stato teatro di un’imponente manifestazione, organizzata dai sindacati della scuola. Cgil, Cisl e Uil uniti per condannare la rissa dello scorso 18 febbraio, di fronte al liceo classico Michelangiolo. Una volgare e deprecabile scazzottata in mezzo alla strada, tra un gruppo di sei attivisti di Azione Studentesca e altrettanti adolescenti dei Collettivi di Sinistra. Un gesto stupido, che viene costantemente cavalcato e strumentalizzato dai nipotini di Carlo Marx. Pronti, nonostante l’evidenza delle immagini, delle riprese video e delle testimonianze, a bollarlo come «un’aggressione fascista». Presenti, tra gli altri, anche il neo segretario del Partito Democratico, Elly Schlein e il leader del Movimento Cinque Stelle, Giuseppe Conte.

 

 

Alle tre del pomeriggio Piazza Santa Croce era ancora quasi deserta quando un turista statunitense, ovviamente ignaro di ciò che stava accadendo in uno degli scorci più belli del mondo, si è rivolto ad un ragazzo che aveva in mano una bandiera della Cgil. «Che sta succedendo? Perché c’è un palco? Perché tutta questa polizia?», ha chiesto in un italiano maccheronico. Il sindacalista ha tentato di spiegargli l’essenziale importanza di «ribellarsi al fascismo e alla violenza». Lo sguardo dello yankee, incredulo, è stato tutto un programma. E prima di andarsene, visibilmente infastidito di non aver avuto la possibilità di scattare foto alla facciata della basilica che ospita, tra gli altri, il sepolcro di Ugo Foscolo, si è prodotto in una sonora risata: «Il fascismo? Quello del secolo scorso? Really?». Un'ora e mezzo più tardi, quella piazza si è riempita di almeno quarantamila persone convinte che il rigurgito mussoliniano sia davvero un problema attuale. Del 2023. E lo ha evidenziato attraverso gli interventi che si sono susseguiti sul palco. A cominciare da Maia Senatori, una studentessa del Michelangiolo. «Il fascismo è in mezzo a noi. È stata un aggressione squadrista a tutti gli effetti, non una rissa. Per questo scendiamo in piazza. Tutte le sedi delle organizzazioni neofasciste devono essere chiuse. Oggi a Firenze ci sono due eletti, Alessandro Draghi a Palazzo Vecchio e Francesco Torselli in Regione, che fanno parte di Casaggì. Un’organizzazione che va sciolta, perché si rifà a motti fascisti e nazisti». Parole di fuoco, che mettono insieme la convinzione di essere sempre nel giusto e la pretesa di redigere vere e proprie liste di proscrizione. Persino tra chi è stato democraticamente eletto. Ma non basta.

 

 

Camilla Insom, insegnante dell’istituto Primo Levi di Impruneta, piccolo centro dell’hinterland fiorentino, ha espressamente sottolineato che «la scuola è la comunità educante. La scuola può e deve fare politica». Nulla a confronto con Cosmo Bonaiuti, del liceo Castelnuovo, che ha chiesto la revoca del 41 bis perché così «lo Stato condanna a morte Alfredo Cospito». Elly Schlein, pur non parlando dal palco, non si è sottratta alle interviste. «Sono molto felice che ci sia qui una grande delegazione del Pd, che ci sia qui il Movimento Cinque Stelle, che ci siano qui altre forze civiche e della sinistra ecologista. Credo che sia un bel segnale che su alcune battaglie fondamentali, come abbiamo sempre detto, noi dobbiamo lavorare insieme sia in Parlamento che nel Paese, per organizzare una opposizione». Sulla stessa linea «l’avvocato del popolo», Giuseppe Conte: «Il fatto che oggi ci ritroviamo qui con il neo segretario del Pd, vuol dire che su battaglie concrete noi ci siamo, battaglie di valori e di principi che ci riguardano tutti. Battaglie che non riguardano solo le forze progressiste, perché qui stiamo difendendo i principi costituzionali». Un matrimonio politico officiato alla presenza del segretario della Cgil, Maurizio Landini. I tre, in ricordo di questa giornata, che sancirà uno spostamento in termini massimalisti della sinistra italiana, si sono fatti fotografare con in mano delle magliette bianche che riportavano il testo di alcuni articoli della Costituzione.

 

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