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Superbonus, parla Giorgio Spaziani Testa: servono nuovi incentivi sostenibili

Pietro De Leo
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Il Tempo intercetta Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia, associazione rappresentativa dei proprietari immobiliari, al termine del tavolo del governo sul Superbonus. 
Presidente, come sta procedendo il confronto con il governo, dalla vostra prospettiva?
«Viste le premesse, siamo abbastanza soddisfatti».
Quali proposte avete messo sul tavolo?
«Nell’immediato, abbiamo manifestato l’urgenza di risolvere il problema dei crediti incagliati. Abbiamo chiesto, quindi, che per i proprietari si possa trasformare la detrazione in credito di imposta, che non creerebbe necessità di cessione. E abbiamo chiesto di attenuare il blocco della cessione almeno per gli interventi di miglioramento sismico e di abbattimento di barriere architettoniche. Poi, però, abbiamo svolto anche un ragionamento di prospettiva. Impostare, cioè, un sistema di incentivi per gli interventi sugli immobili, fissando una quota, ovviamente non il 110%, che non è sostenibile, ma che sia una risposta chiara per un certo numero di anni. Infine, anche se non era il tema specifico del tavolo, abbiamo ritenuto opportuno sollevare un altro argomento che costituisce una vera urgenza: opporsi alla direttiva Ue sull’efficientamento energetico, che per l’Italia non è sostenibile, nemmeno con i più fantasiosi sostegni economici».
E che risposta avete avuto dal governo?
«Abbiamo preso atto dell’impegno ad intervenire subito sui crediti incagliati, con il sistema degli F24. E una disponibilità di massima a mettere in campo interventi più specifici sui problemi transitori».

 

 


Qual è il danno che rischiano i proprietari di immobili?
«L’incaglio dei crediti sta già creando profondi danni ai proprietari di immobili. Molte famiglie si vedono costrette a vendere se non si risolve questo problema. Peraltro, abbiamo raccolto anche il grido d’allarme degli agenti immobiliari, perché il mercato sta avendo dei contraccolpi pesantissimi».
Cosa è andato storto, dal vostro punto di vista, nella realizzazione della misura?
«L’intuizione iniziale era giusta, perché nel periodo della pandemia e del lockdown si voleva dare uno scossone all’economia italiana attraverso l’edilizia, poi sono emersi dei problemi creati dagli stessi provvedimenti dei governi precedenti. Il ministro dell’Economia Giorgetti ha fatto riferimento alla questione di Eurostat e alla classificazione di questi crediti come immediatamente indicati in bilancio. In nessun caso, nessuno poteva pensare che andasse avanti il sistema del 110% in eterno. Quello che è un po’ brusco è l’eliminazione della cessione dei crediti per tutti, che noi riteniamo possa essere salvata per qualche caso».
Giuseppe Conte, in campagna elettorale, ha spesso fatto riferimento alla possibilità di ristrutturare la casa "gratuitamente". Questo secondo lei ha disorientato l’utenza?
«È stato un messaggio sbagliato che noi contestavamo anche nel 2020, ai tempi dell’introduzione del Superbonus. Noi avevamo avvisato i proprietari, per il loro stesso interesse, di non farsi accecare dall’idea dei lavori gratis, che comunque tali non sarebbero mai stati. Qualche spesa, infatti c’era sempre. Avevamo detto che questa illusione sarebbe andata a loro discapito, facendo sì che non avrebbero controllato adeguatamente i lavori, e che si sarebbero messi in qualche guaio accettando quelle imprese che dicevano "pensiamo a tutto noi, tanto voi non pagate nulla". La motivazione corretta e condivisibile era muovere l’economia».

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