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Superbonus, Fratelli d'Italia apre al negoziato con la cartolarizzazione dei crediti

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Forza Italia è pronta a fare le barricate. Fratelli d’Italia apre alla cartolarizzazione dei crediti. Nella maggioranza si cerca un punto di caduta sul decreto Superbonus che ha bloccato la cessione dei crediti, in vista di un passaggio parlamentare che promette di essere infuocato. Protestano le opposizioni, con il Partito Democratico e Movimento 5 Stelle in testa. Ma dubbi serpeggiano anche in Forza Italia, partito da cui si leva la voce di Erica Mazzetti, deputata e componente della commissione Ambiente della Camera: «Il provvedimento del governo che blocca il Superbonus è stato un fulmine a ciel sereno perché il mese scorso, durante un question time in commissione al Senato si era specificato che secondo Eurostat i debiti del Superbonus non costituivano debito pubblico. Giorgetti ci ha detto che, secondo Istat, non era così. Aspettiamo il documento». Mazzetti lancia l’attacco: «Potrebbe essere la tomba per l’edilizia, non lo dobbiamo permettere e su questo Forza Italia farà le barricate perché il presidente Berlusconi sa che l’edilizia è il motore dell’economia». Anche il capogruppo FI alla Camera, Alessandro Cattaneo, avanza forti dubbi sul provvedimento varato dal governo: «In questo momento non c’era altra scelta, ma il conto non possono pagarlo famiglie e imprese. Togliere il Superbonus potrebbe determinare anche una frenata dell’economia. Forza Italia lavorerà per una soluzione», assicura Cattaneo per il quale è stato necessario «mettere il punto a una situazione che ci avrebbe portato al default», ma «ora bisogna sbloccare i crediti maturati una volta per tutte», conclude l’esponente di Forza Italia.

 

 

Fratelli d’Italia, azionista di maggioranza del governo, apre a modifiche. Il capogruppo alla Camera, Tommaso Foti spiega infatti che «non possiamo mettere a rischio i conti pubblici» ma è «certo che siamo pronti a modifiche». E una «strada percorribile», per Foti, «è quella di valutare la cartolarizzazione dei crediti ceduti. Il decreto sul Superbonus oggi ha conosciuto questa misura drastica perché quella che doveva essere una misura spot è andata degenerando. Non ci possiamo permettere di non vedere una situazione che è una bomba ad orologeria. Lo sapeva anche il governo Draghi, ma non è potuto intervenire per ragioni politiche». 

 

 

Una strada percorribile confermata dal vicepresidente dei deputati di FdI, Alfredo Antoniozzi: «Sul superbonus valutiamo modifiche con gli alleati, tra i quali quelli della cartolarizzazione dei crediti. Che ci fosse una grave situazione relativa alla tenuta dei conti lo sapeva pure Draghi», ribadisce l’esponente FdI: «Voglio ricordare il nostro debito pubblico e le possibilità di aggressione speculativa che dobbiamo fronteggiare anche con misure che possono sembrare impopolari, ma che richiedono alto senso di responsabilità», aggiunge. Chi parla di «bomba sociale ad orologeria» è il Pd, con il deputato già sottosegretario del governo Draghi, Vincenzo Amendola: «I bonus edilizi servono e serviranno per le scelte europee che facciamo. Quello che ha funzionato male è la cessione dei crediti. Questa monetizzazione si è incagliata», spiega. Ma «invece di fare una discussione che apre a una bomba sociale sulle imprese e sulle famiglie», per Amendola «si può discutere su come disincagliare 15 miliardi di crediti. Abbiamo passato mesi a discutere di balneari e Pos e non si è trovato il tempo di discutere di questioni come queste», rileva ancora l’esponente dem. La misura voluta dal M5S è ora l’argomento di maggiore discussione all’interno della politica.

 

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