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Pd, Letta lavora al piano B: "Dove si candida". Voci impazzite al Nazareno

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Un piano B per Enrico Letta dopo la debacle del Partito democratico alle elezioni del 25 settembre, seguita da un’ulteriore emorragia dei sondaggi verso le primarie. Il segretario-traghettatore del Partito democratico "sono mesi che non sente e non vede più nessuno", riporta un retroscena di Repubblica secondo cui nelle ultime settimane "Enrico sta cercando una via d'uscita", assicura una fonte interna. 

 

I dem come al solito hanno trasformato il congresso della rinascita nella solita lotta di potere tra correnti. Sul banco degli imputati dopo il disastro elettorale, naturalmente, è finito Letta, e il tiro al piccione continua tutt'oggi per la gestione della fase congressuale. Il leader dem è "molto amareggiato", si legge nell'articolo, e sente una "delusione" simile a quella "provata ai tempi della cacciata da Palazzo Chigi per mano di Renzi". Letta, si legge, è in "una crisi personale" ed è impegnato in "una profonda riflessione sul suo futuro".

 

Può fare due cose. Lasciare la politica (e forse anche l'Italia) come fatto dopo le dimissioni da presidente del Consiglio. Le opzioni tra enti, università, finanza e imprese, non mancherebbero. Ma questa volta si tratterebbe di una strada senza ritorno. L'altra possibilità, accarezzata da Letta in questi giorni, è di candidarsi alle prossime elezioni Europee, nel 2024. Viatico per un "ufficio di peso nella Commissione Ue" se il voto arriderà ai socialisti. Anzi di più. La presidenza del Parlamento europeo "sarebbe a quel punto l'approdo minimo", è l'ipotesi contenuta nel retroscena che riporta le possibili aspirazioni di Letta. 

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