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Soumahoro lascia Verdi-Sinistra e contrattacca con un dossier

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Alla fine Aboubakar Soumahoro ha detto addio a chi lo ha candidato ma non al Parlamento. Il sindacalista dopo mesi di tira e molla in seguito all'inchiesta sulle coop dell'accoglienza dei migranti che ha travolto la moglie e la suocera ha annunciato il passaggio al gruppo Misto. "Mi ha francamente stupito e amareggiato, ad eccezione di qualche parlamentare, l'assenza della solidarietà umana e del supporto politico da parte del gruppo parlamentare Alleanza Verdi-Sinistra (AVS), con quale sono stato eletto da indipendente. Dopo un'attenta e sofferta meditazione sul piano umano e politico, ho maturato la decisione di aderire al gruppo parlamentare Misto, lasciando il gruppo AVS, per proseguire la mia attività di Parlamentare", ha dichiarato il sindacalista di origini ivoriane sancendo la rottura del rapporto con i partiti di Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli. 

 

Soumahoro inoltre ha pubblicato sul suo sito un "corposo dossier" in cui "ribalta le accuse che gli sono piovute addosso in questi mesi". Il deputato, che non è indagato nel fascicolo aperto dalla procura di Latina, si era autosospeso dal gruppo parlamentare verdi-sinistra prima di Natale dopo il pressing dei due leader che lo avevano candidato. 

"Sono entrato in Parlamento con l’impegno di dare rappresentanza ai bisogni, alle aspirazioni, alle sofferenze e ai desideri di quanti sono stati dimenticati o resi ’invisibili' da anni nel nostro Paese", spiega poi Soumahoro che aggiunge: "Dopo questa violenta campagna di diffamazione e di questo vergognoso linciaggio mediatico ci sarà modo di stimolare un’attenta analisi umana, socio-culturale e politica. Per ora, posso solo dire che ho potuto contare, in questi ultimi mesi difficili, su svariate manifestazioni di solidarietà, pubbliche e private, da parte di cittadine e cittadini, di singoli parlamentari italiani ed europei, di persone del mondo della cultura e dello spettacolo, di movimenti popolari, di reti studentesche, di movimenti antirazzisti, del mondo articolato del lavoro, di associazioni laiche e religiose, e di servitori dello Stato a cui va il mio profondo ringraziamento". 

 

Nel dossier-stampa pubblicato sul suo sito si legge tra l'altro: “A fine 2021 lessi da alcuni articoli di stampa sulla mancata retribuzione ad alcuni dipendenti della Karibu e – pur non avendo alcun interesse diretto nelle cooperative – chiesi immediati chiarimenti a riguardo. Venni informato del fatto che non erano ancora pervenuti tutti i soldi necessari per pagare gli stipendi, che si erano sollecitati gli Enti pubblici, e – così mi venne detto – che auspicabilmente tutto si sarebbe risolto in tempi ragionevoli. La cooperativa aveva un’ottima reputazione in quanto premiata e apprezzata da molti giornali e politici locali e nazionali, dunque non avevo motivo di ritenere vi fossero criticità insanabili, a parte una temporanea difficoltà di cassa, purtroppo abbastanza frequente per chi opera con progetti finanziati da fondi pubblici. In ogni caso, ho totale fiducia nella Magistratura, e se sono stati commessi degli errori, chi li ha commessi pagherà”.

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