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Conte a Cortina, i legami Renzi-Arabia e il caso Soumahoro: il complicato rapporto della sinistra col denaro

Christian Campigli
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Si sono evitati nel primo dopoguerra, guardati con circospezione con l'arrivo del boom economico, avvicinati, ma con reciproco sospetto, nell'ultimo ventennio. La sinistra e la ricchezza, il lusso, il piacere di usare il denaro guadagnato anche per il futile hanno, da sempre, un rapporto complesso e difficile. Il “peccato originale” è ovviamente insito nella missione stessa del Partito Comunista, ovvero quella di difendere la classe operaia dagli abusi del ceto borghese, preoccupato solo di arricchire le proprie tasche. Enrico Berlinguer, con la sua sobrietà, il suo inconfondibile stile, rappresentava al meglio la sintesi tra rigore morale, straordinaria visione politica e consapevolezza di dover dare per primo l'esempio col proprio atteggiamento integerrimo. Il crollo del Muro di Berlino e l'avvicinamento dei progressisti al capitalismo hanno sciolto certi nodi. Ma solo in apparenza. 

 

 

Basta citare tre esempi, di stretta attualità, per rendersi conto di come quel moralismo che vuole il politico di sinistra come un povero intellettuale mal vestito è ancora ben presente nella nostra società. Matteo Renzi quando comprò la villa in via Tacca, a Firenze, nel quartiere più bello della città, Pian dei Giullari, fu letteralmente messo in croce. Senza dimenticare gli attacchi frontali sulla vicenda relativa alle consulenze in Arabia. Nel novantanove per cento dei casi provenienti da fuoco amico. 

 

 

E che dire di Aboubakar Soumahoro, costretto a doversi giustificare, paradossalmente, più per la borsa e gli hotel di lusso amati dalla moglie che per il clamoroso scandalo che ha toccato la cooperativa gestita dalla suocera. Tipico esempio di chi si ferma alla forma e non analizza, a fondo, la sostanza. Infine il viaggio di Giuseppe Conte a Cortina. È evidente anche agli occhi del cieco come l'Avvocato del Popolo non abbia fatto nulla di male nell'utilizzare una parte del suo lauto stipendio da parlamentare per una rilassante vacanza in alta montagna. Per altro in una località italiana. È però altrettanto evidente che, se davvero vuol diventare il leader della sinistra degli ultimi, quelli che non possono mangiare se non mantenuti dallo Stato con il reddito di cittadinanza, dovrà imparare, e alla svelta, la lezione di Enrico Berlinguer. Rigore, trasparenza ed esempio. 

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