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Manovra, ultima battaglia: ostruzionismo in Aula e il governo chiede il voto blindato

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L'approvazione definitiva della legge di Bilancio è fissata per domani mattina. L'Aula del Senato darà il suo via libera alla fiducia e al provvedimento verso mezzogiorno. Impossibile fare prima. Inizialmente, infatti, era stato ipotizzato di chiudere la partita già questa sera. Le opposizioni hanno ottenuto più tempo per esaminare in commissione Bilancio la relazione tecnica e il testo varato all'alba di sabato scorso dalla Camera. Un provvedimento blindato, che comunque vogliono discutere. Ieri la giornata di Palazzo Madama è stata scandita da continui rinvii.

Il documento redatto dal ministero dell'Economia (indispensabile per aprire la sessione di bilancio e dare il via all'iter al Senato) era atteso per il primo pomeriggio. È arrivato invece alle 17. Un ritardo che ha scatenato le proteste delle opposizioni. Partito democratico, Azione -Italia Viva, Alleanza Verdi Sinistra e Movimento 5 Stelle hanno occupato i banchi della commissione Bilancio per chiedere al presidente Ignazio La Russa di convocare una nuova capigruppo e rimandare l'approdo della manovra in Aula a questa mattina.

La richiesta che è stata accolta da una seconda Conferenza dei presidenti dei gruppi, «all'unanimità» ha sottolineato il presidente del Senato. I partiti che non appoggiano il governo cantano vittoria ed escludono che il nuovo ritardo possa portare il Paese all'esercizio provvisorio. «Abbiamo imposto un principio salutare in democrazia», commenta Raffaella Paita, capogruppo del Terzo Polo, «ci vuole un tempo congruo» per discutere un provvedimento. «Apprezziamo il gesto di La Russa, serva da lezione per il futuro: non si calpesta la dignità delle istituzioni», aggiunge. Poco prima era stata la stessa Paita a pubblicare sul suo profilo Twitter la foto dei senatori delle opposizioni che occupavano la stanza dove si trova la commissione Bilancio. È soddisfatta anche la capogruppo M5S, Barbara Floridia. «Non volevano consentire al Senato di discutere la legge di bilancio. L'arroganza di questo governo e di questa maggioranza è davvero senza limiti. Siamo riusciti con estrema fatica a portare la discussione fino a giovedì. Poca roba, si vede che per le Destre è più importante mandare i propri parlamentari a casa prima piuttosto che consentire una discussione degna della manovra».

Per Simona Malpezzi, presidente dei senatori dem, la decisione della Capigruppo segna infine il «ritorno del buon senso». «I tempi- spiega il vicepresidente vicario del gruppo FdI al Senato, Raffaele Speranzon - sono dettati dall'evidente esigenza di approvare la manovra in tempo utile per scongiurare l'esercizio provvisorio. Un'ipotesi che qualsiasi partito che ha a cuore il futuro dell'Italia e degli italiani dovrebbe evitare. Per questo avevamo previsto il voto di fiducia mercoledì sera. Dinanzi però alle richieste delle opposizioni abbiamo ritenuto che fosse opportuno garantire un ulteriore confronto. Un gesto di disponibilità verso le opposizioni che ci auguriamo sia apprezzato e porti a considerare l'ostruzionismo una prassi eccezionale e non quotidiana nell'esame dei provvedimenti».

L'Aula del Senato inizierà dunque la discussione generale oggi alle 10. Al termine, alle 18,30 circa, il governo porrà la questione di fiducia sul testo approvato dalla Camera. Le dichiarazioni di voto inizieranno invece alle 9 di domani. Seguirà la votazione per appello nominale sulla fiducia e il voto finale. Il via libera definitivo è atteso per le 12, due giorni e mezzo prima del termine ultimo del 31.

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