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Energia, Meloni si arrabbia con l'Europa: “Risposta insoddisfacente e inattuabile”

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Dito puntato contro l’Unione europea. Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nelle comunicazioni alla Camera dei deputati in vista del Consiglio europeo del 15 dicembre 2022, non ha risparmiato pesanti stoccate a Bruxelles sulla gestione del caro-energia: “La risposta europea sul caro energia è insoddisfacente, inattuabile a condizioni date. È fondamentale porre un argine alla speculazione. La posta in gioco per l’Europa sull’energia è molto alta, definisce la capacità dell’Europa di proteggere le sue famiglie e le sue imprese, senza lasciar prevalere logiche unilaterali secondo le quali gli Stati con maggior spazio fiscale fanno da se e quelli con scarsa capacità di spesa possono esse lasciati indietro. È evidente a tutti come un meccanismo con un grado diverso di tutela delle imprese in Europa da nazione a nazione produrrebbe una distorsione del mercato unico comune e penalizzerebbe non solo l’Italia ma comprometterebbe l’intera Europa. Procedere in ordine sparso di fronte alla sfida epocale non solo sarebbe una illusione ma si tradurrebbe in una realtà molto diversa da quella decantata in questi anni. Occorre fermare la speculazione e assicurare risorse a a tutti”.

 

 

Altro punto toccato da Meloni, che si è scusata con i deputati per l’arrivo in ritardo a causa del traffico di Roma, è quello della guerra tra Russia e Ucraina: “Questo obiettivo, assistere il popolo ucraino, implica che l’Italia contribuisca anche sul piano militare al sostegno europeo e internazionale perché per cessare le ostilità in questi contesti le possibilità sono da sempre solamente due, che uno dei due perisca o si arrenda e nel caso in cui si trattasse dell’Ucraina noi non ci troveremo di fronte a una pace ma a una invasione, oppure che vi sia tra le forze in campo un sostanziale ed equilibrio e dunque uno stallo nel conflitto che costringa chi ha mosso invasione a desistere dai suoi intenti e addivenire a più miti consigli. Per questo, per perseguire una pace sì, ma una pace giusta l’Italia - tuona la leader di Fratelli d’Italia ribadendo il sostengo al governo Zelensky - deve continuare a fare la sua parte e lo fa in ambito di Unione europea sia tramite lo strumento finanziario europeo, con il quale viene parzialmente rimborsato il controvalore economico degli aiuti militari, sia attraverso la partecipazione alla missione europea di addestramento dei militari dell’Ucraina, inoltre siamo protagonisti in ambito Nato con l’attivazione di misure di irrobustimento della postura di deterrenza e difesa”.

 

 

Ultimo passaggio quello sui migranti: “Il dibattito deve passare dalla ridistribuzione dei migranti alla difesa comune dei confini Ue. Serve un quadro di collaborazione basato su flussi legali e contrasto a quelli illegali fermando le partenze e lavorando a una gestione Ue dei rimpatri. L’Italia - sottolinea Meloni alla Camera - sta sostenendo l’onere maggiore della protezione delle frontiere, non intendiamo fingere che vada bene così. Mi convinco sempre di più, se mai ce ne fosse bisogno, che arricchire questi cinici schiavisti del terzo millennio nulla abbia a che fare con il concetto di solidarietà. Di fronte a questo fenomeno, è necessario responsabilizzare l’Ue e i Paesi della sponda sud del mediterraneo. Il fianco sud, nella sfida migratoria, non è meno importante del fianco est. Ci adopereremo affinché questo avvenga, cosa che finora non è accaduta”.

 

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