Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

L'Aria che Tira, Giarrusso si schiera con Meloni sui migranti: “L'Europa si svegli”

Valentina Bertoli
  • a
  • a
  • a

Sebbene il governo Meloni, secondo quanto dichiarato, sia pronto ad agire per il bene dell’Italia, i nodi da sciogliere sono ancora molti e uno dei più duri è quello degli sbarchi. “Vi è il dovere morale e legale di salvare le persone in mare, in base alle leggi internazionali”: così si è espressa l’Unione europea, attraverso il commento di una portavoce, in merito agli sbarchi di migranti avvenuti al porto di Catania. A “L’Aria che tira”, talk della mattina di LA7, Dino Giarrusso è risoluto: “Il Paese di primo approdo non può subire questa fatica”.

 

 

Ore di attesa al largo della costa siciliana. Mentre il governo e l’opposizione continuano a sfidarsi sull'accoglienza dei richiedenti asilo soccorsi dalle quattro navi umanitarie presenti nel Mediterraneo, continuano gli sbarchi dei disperati presenti sulle imbarcazioni che ce la fanno da sole a raggiungere la zona Sars italiana. Tra urla che echeggiano nel Mediterraneo, richieste di soccorso martellanti ed alti livelli di disagio a bordo delle Ong, il braccio di ferro tra l’Italia e l’Europa è sempre più esplicito. La dura lotta di Giorgia Meloni contro il lassismo dei partner europei viene commentata a “L’Aria che tira”, nel corso della puntata di martedì 8 novembre, da Dino Giarrusso che, catanese, ha potuto assistere ai fatti di persona. “È fondamentale chiarire una cosa. Il punto non è quello dei ricollocamenti. Il fatto è che le persone che arrivano a Catania o a Lampedusa o a Pozzallo non vengono in Italia, ma in Europa. Sono disperati e spesso hanno necessità. Il problema è quello dei mezzi, dei soldi, delle navi, degli agenti di polizia”.

 

 

L’ex iena ed ora europarlamentare è stato duro e, senza tanti giri di parole, ha puntato il dito contro l’Europa, accusando gli altri Paesi interessati dal problema degli sbarchi di essere lavativi e menefreghisti: “L’Europa dovrebbe mettere a disposizioni soldi, navi, uomini. Non può essere il Paese di primo approdo a subire questa fatica. È un fenomeno di dimensioni epocali. L’Italia non ha i mezzi per affrontare questo business di esseri umani”. 

 

Dai blog