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Giorgia Meloni, i social diventano istituzionali: svolta nella comunicazione

Domenico Giordano
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Lunedì mattina lo staff che segue i canali social di Giorgia Meloni ha aggiornato la foto del profilo e la biografia, da Twitter a Instagram, da Facebook a Telegram, che era ancora ferma alla precedente descrizione, ovvero «romana, classe '77, politica e giornalista. Sempre, ovunque e prima di tutto italiana. Presidente di Fratelli d'Italia».

Così sono scomparsi tutti i riferimenti di partito e quelli personali e si è optato invece per la formula, decisamente più sintetica quanto esaustiva, di «Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana».

 

Un passaggio obbligato che apre anche a una seconda riflessione, decisamente più interessante, non tanto sul come muterà inevitabilmente il linguaggio, la costruzione grafica o la scelta degli argomenti che saranno giornalmente pubblicati sui diversi canali social, ma quanto questa nuova traiettoria inciderà sulla capacità dei suoi post di conservare la viralità e l'audience ai quali siamo stati abituati. Cioè, di riuscire a conquistare come è successo ampiamente nel recente passato, l'attenzione di quei 32 milioni di italiani che in base all'ultimo report di We Are Social si connettono mediamente alle piattaforme social per circa due ore al giorno. È indubbio, infatti, che la strategia social adottata in questi anni, unita alle scelte politiche perseguite, sia stata una delle chiavi del trionfo elettorale del 25 settembre scorso.

 

Intanto, come già abbiamo visto dalle consultazioni in poi, anche se per la verità già a partire dai primissimi giorni successivi al voto qualcosa stava cambiando nei toni, il contesto e il ruolo istituzionale hanno spinto verso una profonda ripulitura di quegli elementi che caratterizzavano i messaggi e i post di Giorgia Meloni. Il linguaggio informale, a tratti aggressivo, profondamente esplicito e per nulla convenzionale, chiave identitaria della comunicazione social della Meloni, si è conformato al nuovo percorso che al contrario impone non più una narrazione di parte, bensì un racconto che sappia parlare in modo credibile a tutte le italiane e a tutti gli italiani, così come agli stakeholder internazionali, alla stampa che ci osserva d'oltralpe, alle istituzioni sovranazionali, agli imprenditori e alla classe operaia, al mondo della cultura e della formazione.

 

Una mutazione semantica e di contenuto già in fieri, che trova, giusto per portare al lettore due esempi concreti, una prova fattuale nella scelta di pubblicare direttamente scrivendo in inglese le congratulazioni a Rishi Sunak nominato ieri Primo Ministro del Regno Unito, oppure, qualche ora dopo aver accettato da Sergio Mattarella l'incarico di formare il governo, eccola ringraziare sempre in inglese il presidente ucraino Zelensky per le congratulazioni di quest' ultimo. Nelle prossime settimane e mesi capiremo l'effettiva portata, in termini di audience, di questa mutazione di contenuti e di linguaggio e, altrettanto, come Giorgia Meloni vorrà far convivere i canali social di Palazzo Chigi, utilizzati a pieno regime da Mario Draghi che non ne aveva di suoi, con quelli personali. Intanto, in attesa di tirare le somme, c'è da dire che tra tutti i post social pubblicati ieri per commentare la diretta del discorso del Presidente del Consiglio alla Camera dei Deputati quello che ha ottenuto in assoluto il maggior numero di reazioni è ancora una volta il post della stessa Meloni che ha incassato su Facebook oltre 83 mila like, più di 34 mila commenti e circa 10 mila condivisioni.

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