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Il retroscena del passaggio di consegne. Quella frase di Draghi su Meloni. E la differenza con Conte

Un'ora e venti di colloquio: mai la "staffetta" tra due premier era stata tanto lunga (e cordiale)

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Un'ora e venti di incontro. Non si hanno memoria di passaggi di consegne così laboriosi a Palazzo Chigi. Negli ultimi decenni il rito della campanella è diventato qualcosa di puramente formale. Un paio di foto e via, con le stanze del potere che cambiano proprietario in pochi minuti. Stavolta, però, è andata diversamente. Non solo Giorgia Meloni e Mario Draghi si sono intrattenuti a lungo lontano da occhi indiscreti, ma hanno svolto un vero e proprio excursus sui dossier più importanti, all'insegna di un rispetto delle istituzioni inedito in Italia. Non accadde così - ricorda Francesco Verderami sul Corriere - al tempo della fine del Conte bis, quando "Giuseppi" si trattenne con Draghi appena cinque minuti, segno di un rapporto personale che non sarebbe mai sbocciato.

Ma non finisce qui. Perché Mario Draghi, dopo il colloquio con Meloni, si sarebbe trattenuto con i suoi collaboratori e avrebbe commentanto "è sveglia, lei", rifendosi alla neopremier. Segnale inequivocabile della stima che corre tra i due, nonostante vengano da mondi diametralmente opposti. Un feeling che, racconta Verderami, sarebbe nato quando ci fu da votare la prima spedizione di armi all'Ucraina e Fratelli d'Italia, dall'opposizione, garantì molta più coerenza rispetto ad alcune forze della maggioranza. "E' una persona leale" ebbe a dire all'epoca Draghi di Meloni.

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